Menzogne, menzogne, menzogne, nient’altro che menzogne. E poi ancora menzogne. Come sempre, più di sempre. Con una differenza: se esiste un Piano B, non è politicamente rappresentato alla luce del sole da nessuna forza politica di qualche peso in Parlamento.
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Dott. Stefano Scoglio |
Il
mondo sembra dormire, traumatizzato dalla farsa pandemica e narcotizzato dalla
farsa terapeutica, la recita della profilassi definita “vaccinale”. Uno
spettacolo con risvolti mediatici anche inquietanti e minacciosi, messo in
piedi (si dice) per difendersi dai rischi di un contagio provocato da un virus
che ora è di moda raccontare che sia “scappato” dal laboratorio cinese di Wuhan,
ma che (come ha clamorosamente ammesso lo stesso Cdc, l’Istituto Superiore di Sanità
americano) non è mai stato neppure isolato, cioè misurato biologicamente,
identificato con certezza. E’ stato solo sequenziato, “spiato” nel suo
apparente comportamento, ma non certificato nella sua reale, incontrovertibile
esistenza.
Dunque:
esiste davvero, il Sars-Cov-2, o invece è solo un equivoco? E’ una sorta di
frode scientifica? E’ un colossale abbaglio? E’ il replay del famosissimo virus
Hiv che negli anni ‘80 fece da battistrada, a livello mondiale, nell’imporre un
drastico congelamento della socialità, all’insegna della paura?
Sul canale YouTube di
“Border Nights”, ne ha parlato recentemente a “L’orizzonte degli eventi” il
dottor Stefano Scoglio, candidato al Premio Nobel per la Medicina nel 2018 e
co-autore del notevolissimo instant book
“Operazione Corona” (Aurora Boreale), curato da Nicola Bizzi e Matt
Martini. Risultato: YouTube ha rimosso il video della trasmissione e ha imposto
a “Border Nights” una settimana di oscuramento. Il vero problema –
dice Gianfranco Carpeoro, altra voce della galassia “Border Nights” – non è
neppure YouTube, ma sono gli Stati: che consentono a un soggetto privato (che
quasi non paga tasse) di fare quello che vuole, dello spazio – pubblico – alla
base del suo business planetario. Gioele Magaldi, presidente del Movimento
Roosevelt (nel quale milita lo stesso Carpeoro) segnala che, all’ultimo G7, sia Mario Draghi che Joe
Biden hanno spinto per mettere fine allo strapotere delle multinazionali come
quelle di Big Tech, che accumulano fantastiliardi grazie al dumping fiscale e
utilizzano slealmente il loro enorme peso finanziario per imporre le politiche
che vogliono, o meglio che vuole l’élite “malthusiana”, quella che sogna la
decrescita forzata dell’umanità, da imporre con ogni mezzo.
Il terrorismo stragista e le guerre dei Bush, il terrore
finanziario e quello climatico, ora anche il terrore sanitario. Il paradigma è
granitico, a vocazione totalitaria.
E’
evidente che una parte dell’élite vi sta opponendo, cercando di declinare il
“qui e ora” anche attraverso una complessa, ambivalente geopolitica a doppio fondo, dove
nessuno dice la verità perché probabilmente non può dirla. Certo non la dice
Romano Prodi, che – come annotava il sempre efficace Paolo Barnard – ha
criticato le “cicale sovraniste” europee, mentre lodava le “cicale” cinesi, che
fanno esattamente quello che, da noi, lo stesso Prodi non voleva si facesse: deficit spending, creazione di denaro a
costo zero per supportare la domanda, cioè l’economia reale. E’ quel deficit
spending (dare anziché prendere) sul quale ha impegnato la sua ultima
scommessa il “nuovo” Mario Draghi, in un’Italia massacrata dai lockdown,
dove tiene ancora banco il cabaret grottesco di due figure come Conte e Grillo,
tallonate dal grottesco Letta, senza che il mitologico Berlusconi e gli impalpabili
Salvini & Meloni riescano a dire che, prima di
inventarsi qualsiasi incresciosa Green
Card, bisognerebbe innanzitutto preoccuparsi di assicurare alla popolazione
la certezza di cure domiciliari, attraverso un normale protocollo terapeutico
nazionale, evidentemente proibitivo perché proibitissimo, visto che
distruggerebbe la statura semi-divina del “vaccino genico” come unica soluzione
possibile.
Menzogne,
allora, ipocrisia e menzogne, ancora e sempre, più che mai, a reti unificate,
in mezzo alla follia del secolo. Un luminare genovese il lunedì spiega che la
terribile Variante Delta è solo un raffreddore, ma il martedì ipotizza possibili lockdown autunnali selettivi, riservati cioè a quella parte di
popolazione che rifiutasse ancora di sottoporsi alla profilassi sperimentale
genica che il mainstream si ostina a
chiamare “vaccino”, ben sapendo che di vaccino non si tratta (intendendo per
vaccino l’inoculo di un agente patogeno depotenziato).
Di
fronte allo tsunami che stava per manifestarsi, nella primavera 2020, una
figura originale come l’alchimista Michele Giovagnoli osò offrire un suggerimento:
state fermi, o sarete travolti. Intendeva dire: non puoi arrestare
un’alluvione, con mezzi convenzionali (politici, ragionevoli), perché la forza
della piena travolgerà comunque tutto. Se alla fine i danni sono stati in
qualche modo limitati, non lo si deve alla politica visibile: lo si deve a segmenti
di élite che hanno remato contro il disegno totalitario e, tuttora, si stanno
giocando percentuali tattiche di relativo successo, nella misura in cui
riescono a sfruttare l’emergenza – da altri provocata – per contrastare i dogmi
del dominio di ieri,
quello finanziario, antesignano di quello sanitario.
Anni fa, lo stesso Barnard raccontò un episodio curioso: a tarda
notte, in una birreria di Bologna, ricevette una stretta di mano da un
personaggio famosissimo, che però Barnard non riconobbe. Era Roberto Mancini,
non ancora allenatore della nazionale di calcio: gli disse che lo stimava,
ammirava il suo coraggio e apprezzava la sua opera di divulgatore giornalistico
politico-economico. Oggi Mancini è un po’ l’eroe degli Europei azzurri, mentre
Barnard è letteralmente scomparso dai radar. Lo si può capire: non ha retto. Il
suo ultimo Capodanno pubblico lo spese sotto le finestre dell’ambasciata
londinese dell’Ecuador, dove Julian Assange – da rifugiato scomodo,
perseguitato dai democraticissimi Stati Uniti – era diventato un prigioniero,
pronto per essere tradotto nel carcere dove si trova tuttora. Tra l’altro: non
era ancora esploso lo tsunami definitivo, lo spettacolo del Covid, e il
Pentagono non si era ancora messo a parlare di Ufo. C’era già grande amarezza,
per l’assenza di politica, ma la politica non era ancora clinicamente morta, di
fronte all’enormità (sociale, psicologica, antropologica) di quanto va
accadendo oggi, al punto da rendere problematico e frustrante anche
l’aggiornamento di un semplice blog. Non basta aver ragionato di tutto e
ascoltato chiunque: il risultato è davvero scoraggiante. Dopo tanti anni,
scegliere il silenzio può rivelarsi una necessità fisiologica.
Ripreso a cura di Nino
Caliendo
da Idee Libre