martedì 22 marzo 2022

Il deepfake e il suo ruolo nella guerra Russia/Ucraina

In questo mondo cibernetico, sempre più spesso il reale si incontra con l’irreale. L’intelligenza artificiale in questi anni ha portato alla ribalta, il concetto del deepfake, un complesso algoritmo che se sfruttato male porta con se conseguenze disastrose in grado di rovesciare governi o influenzare i popoli e persino perdere una guerra.

Il deepfake: come si applica ai conflitti 

Tutti conosciamo le fake news, notizie totalmente inventate o alterate che circolano in web. La tecnologia ha dato un’ulteriore spinta a questo fenomeno tramite il deepfake. Ma che cos’è il deepfake?

Il deepfake è una tecnica per la sintesi dell’immagine umana basata sull’intelligenza artificiale. Questa tecnologia, grazie all’uso delle tecniche di machine learning è in grado di sovrapporre delle immagini e degli audio esistenti a nuovi contenuti, per condividere un messaggio alterato. Sebbene, nella legalità, questa particolare tecnologia sia stata prevalentemente utilizzata per scopi satirici, nel mondo del dark web è usata per compiere atti di cyberbullismorevenge porntruffe e fake news.

Il recente conflitto in Ucraina si sta combattendo anche in rete, Infatti, numerose agenzie di sicurezza informatica stanno cercando di proteggere i propri sistemi dai cyber attacchi russi. Il contrattacco russo, inoltre, passa anche per la condivisi one di propaganda e fake news per plasmare il pensiero del popolo. Ma non solo, gli hacker del Cremlino si sono serviti del deepfake, per creare un falso video del Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy che invita il suo popolo alla resa. Le major di internet hanno immediatamente rimosso il video da internet per evitare la propagazione del messaggio alterato nella popolazione ucraina. E subito, anche lo stesso Presidente ucraino ha smentito sulla sua pagina Instagram la veridicità del messaggio condiviso in rete. Questo conflitto è stato il primo a usare i media digitali come arma e come mezzo di comunicazione diretto. Il Presidente ucraino, infatti, usa i social network per parlare con il suo popolo. Dall’altra parte i russi hanno abbandonato i vecchi sistemi di propaganda usati nella guerra fredda per modernizzarsi e adottare le più moderne tecnologie (come il deepfakeper veicolare i loro messaggi. E quindi, con l’introduzione, per la prima volta, del deepfake in un contesto bellico è chiaro che la guerra in futuro sarà sempre più digitale

Ripreso a cura di Nino Caliendo

da Vivideo Virgilio

domenica 6 marzo 2022

Paura e processo di asinizzazione delle masse: due malattie perfette per il dominio

Pietro Ratto

La malattia perfetta? Quella che non si sa come sia nata, come si affronti, come si curi.

La malattia che si associa a mille altre malattie. Che può esser causa di tutti i possibili sintomi. Che non finisce mai, che produce conseguenze a ripetizione, che lascia uno strascico infinito.

La malattia molto contagiosa, assolutamente insidiosa, che puoi avere anche senza saperlo. Che solo il “sistema” ha modo di diagnosticare. Che solo con un approccio preventivo, ufficiale, indefinitamente reiterato e standardizzato, nei confronti del quale è pretesa un’adesione acritica e una fede cieca, può essere affrontata. Che solo un cocktail di norme rigide, confuse, mutevoli e contraddittorie può regolamentare. 

Una malattia burocratica, la cui gestione è sottratta ai medici e affidata agli archivi elettronici. Che non riceve assistenza dagli ambulatori, ma dai call center. Che va trattata con questionari e con quesiti a cui rispondere a distanza e non con auscultazioni e visite specialistiche.

Una malattia che paralizza e disattiva il sistema sanitario pubblico a vantaggio delle grandi catene di cliniche private. Una malattia che crea isolamento e divisione, diffidenza e disprezzo. Una malattia che serve a imporre restrizioni e sottomissioni. Che produce discriminazione e sottrazione sistematica di ogni diritto e di ogni libertà personale. Che impone il potere di polizia, la criminalizzazione del dissenso, la delazione e il tradimento. Che richiede lo stato di emergenza, l’uomo forte al comando, la sospensione delle norme costituzionali. Che comporta l’allontanamento sociale dei dissidenti, il disprezzo pubblico verso i dubbiosi, la perdita del lavoro per chi non si allinea.

La malattia che distrugge le piccole realtà imprenditoriali, consegnando il loro giro d’affari, frutto del lavoro di decenni o addirittura di secoli, a gigantesche multinazionali nate ieri e già in cima all’economia mondiale. Che produce quantità industriali di disoccupati, assicurando risparmi stellari al sistema pensionistico statale e accelerando vertiginosamente quel processo di automazione produttiva che porterà, quanto prima, alla piena sostituzione della macchina all’uomo.

Macchine che obbediscono senza chiedere. Che non necessitano di illuminazione, riscaldamento, assicurazioni sugli infortuni, tutele sindacali, contratti, stipendi. Macchine che eseguono senza dissentire. Senza scioperare mai. Una malattia che sbatte fuori dalle scuole gli insegnanti più critici, che forma i giovani alla sudditanza e alla paura. Quella paura sulla base della quale ogni popolo può esser dominato e asservito al potere. Quella paura della morte, che soltanto una malattia perfetta come questa può risvegliare e mantener costante in ogni singolo attimo della giornata.

La malattia perfetta. Quella che non inizia e non finisce. La malattia che scava una profonda e fredda tomba, una volta per tutte, nell’esistenza vuota di chi ha ucciso per sempre, dietro ai suoi occhi ciechi, ogni attitudine al Pensiero.

Pietro Ratto

“La malattia perfetta”

dalla pagina Facebook di Ratto: “Bosco Ceduo”

Testo e immagine ripresì da: Idee Libre