venerdì 20 luglio 2018

Vitalizi e pensioni d’oro: trappole, per poi tosare i pensionati italiani


L’attacco a vitalizi parlamentari e “pensioni d’oro” è solo la premessa della rapina del secolo in funzione schiettamente antipopolare: il vero obiettivo è ridurre tutte le pensioni. Lo sostiene Aldo Giannuli, che considera ingiusta (e finanziariamente irrilevante) la campagna scatenata da Roberto Fico contro i vitalizi, e pericolosa la battaglia – sempre dei 5 Stelle – contro le pensioni più ricche. «E’ del tutto comprensibile la tentazione di molti di approvare la norma contro i vitalizi dei parlamentari», premette il politologo, nel suo blog. «Sappiamo tutti che, sul piano economico, la manovra (con i pretesi 40 milioni di risparmio) è semplicemente ininfluente, ma il vero effetto è quello di punire la classe politica strappandole un privilegio deciso in altri tempi». Quei vitalizi, ricorda Giannuli, stabilivano un trattamento ingiustamente preferenziale verso i politici, le cui indennità non erano tassabili, ma erano pensionabili. Poi le cose sono cambiate un po’ alla volta, ma molti degli attuali vitalizi nacquero sotto la stella del privilegio di casta. «Questo è vero, come è vero che la classe politica merita d’essere bastonata per il mono indecente con cui ha gestito la cosa pubblica». E questo spiega la simpatia che la misura riscuote presso il grande pubblico, così come la riscuote anche l’altra manovra in preparazione: quella sulle “pensioni d’oro”, cioè dai 5.000 euro in su. «Ma si tratta di due polpette avvelenate, che dobbiamo rimandare indietro».
Sono ormai diversi anni, scrive Giannuli, che alcuni economisti – ovviamente di fede neoliberista – sostengono che, per riequilibrare i bilanci dello Stato, occorra fare tagli in particolare alla spesa pensionistica. Dicono anche che, per fare ciò, non basti ridurre la retribuzione di chi andrà in pensione, ma occorra ridurre l’importo di chi è già in pensione. «In particolare, c’è chi sostiene che si debba ricalcolare sulla base del metodo contributivo le pensioni di quelli che hanno una pensione calcolata sulla base del vecchio sistema retributivo. In soldoni: ridurre le pensioni di un buon 15% (altro che superare la Fornero!). Ma sulla strada di questo simpatico progettino – aggiunge Giannuli – c’è un fastidioso principio giuridico che si chiama “diritti acquisiti” (lo stesso contro cui andò a schiantarsi Renzi con la sentenza della Corte Costituzionale del gennaio 2015, relatrice Silvana Sciarra)». D’altro canto, prosegue l’analista, «in un paese giuridicamente civile, questo è un principio inderogabile: ve lo immaginate uno Stato che prima concede una amnistia penale o un condono fiscale tombale e poi ci ripensa?». Inoltre, aggiunge, le pensioni “d’oro” sono tali perché vengono da retribuzioni molto alte, su cui sono state operate trattenute proporzionali che oggi producono quel reddito di quiescenza.
«Forse quelle retribuzioni erano ingiustamente alte, ma ora non ci si può fare nulla», conclude Giannuli: «La pensione è salario differito, che prosegue sulla base del trattamento concordato quando l’interessato era in servizio e non è oggi rinegoziabile». Peraltro questo accanimento «sarebbe oggi perdente» anche a voler forzare questo principio fondamentale di diritto con una forte campagna d’opinione, «perché provocherebbe la rivolta di buona parte dei pensionati e metterebbe in allarme anche altre categorie». Se però «aizziamo la gente contro la classe politica (con la questione dei vitalizi)», allora «la cosa diventa molto più fattibile», dunque pericolosa: perché poi, «una volta fatto saltare per loro il principio dei diritti acquisiti, questo non esisterà più per gli altri e si passerà al secondo tempo: le “pensioni d’oro”». Stesso schema: aizzando l’opinione pubblica contro i “ricchi” (che però sarebbero risarciti abbondantemente dalla Flat Tax), si finirebbe col dire che anche una pensione da 4.000 euro, in tempi di sacrifici, è una pensione “d’oro”, e poi una di 3.000, e così via. Passo finale: «Portare tutti a regime contributivo», tosando la totalità delle pensioni italiane (e calpestando – a partire dalla guerra ai vitalizi – il principio giuridico dei diritti acquisiti).

martedì 10 luglio 2018

I tormentoni degli asinelli dell'estate 2018 nel segno della bufala: buonismo, comunista antiquato, maglietta rossa con Rolex, demagogia, kasta ladra


Una riunione tra intellettuali

Il progetto studiato a tavolino, oltre vent’anni fa, di metodica “somarizzazione” delle masse, sta raggiungendo il massimo raccolto dei frutti che erano stati prefissati. La cosa che mi meraviglia è, tra le altre, la "grave" mancanza tormentonica della parola “reazionario”. Ma forse non viene utilizzata nel tormentone odierno perché il suo significato è troppo complesso e abbisognerebbe della stesura di un profilo psicologico e storico dell’interlocutore per poterla accompagnare. Difficile per le menti poco eccelse!
L’apice prefissato ormai è raggiunto. Le ideologie sono tutte completamente archiviate e chi ancora si permette di utilizzare la parola “marxismo”, o fare il nome di Gramsci o del Che, viene accusato di dietrologia o, quantomeno, da qualcuno più educato, di essere nostalgico. “Nostalgico” di cosa? Della giustizia sociale che oggi è in fase funeraria? Della Democrazia garantita ad alta voce dalla Costituzione?


Intellettuali in libertà
Cinismo, individualismo, vanagloria e presunzione sono i nuovi valori del Terzo Millennio.
Ovviamente, nei vari tormentoni, mai sento nominare Keynes, ma si andrebbe troppo nella cultura del difficile: eppure, noi lavoratori e pensionati di oggi, negli anni ’70/’80, ci siamo ritrovati felici nel portafogli, grazie alla politica economica keynesiana che, sia pure di concezione liberista, garantiva in ogni situazione il potere d’acquisto del salario. Felici erano anche il mercato che cresceva e le imprese, che vedevano crescere la produzione, creando continuamente nuovi posti di lavoro (solidi e a tempo indeterminato, grazie alle garanzie della Legge n. 300/70, conquistata con le lotte sessantottine). Felici erano i pensionati che riuscivano ad arrivare alla fine del mese: si andava in pensione con il retributivo pieno, ricordatela in futuro questa parola (retributivo), cambiata dalla Fornero in “contributivo”, oggi sotto osservazione per peggiorarla dagli attuali governanti, nonostante gli show di attacco alla Fornero.
Ma tanto, i somari che ne capiscono? C'è il migrante da odiare e il reddito di cittadinanza per realizzare il sogno di non lavorare vita natural durante con il sussidio di Stato.
Su una parola, però, condivido il tormentone: demagogia. Mi rivolgo, ovviamente, a coloro che sanno effettivamente cosa essa significhi.
Infatti, è demagogico concedere il diritto al voto a coloro che, somarizzati scientificamente, non hanno mai letto e studiata la Costituzione italiana, che mai hanno aperto un libro (o un sito) di “Storia delle dottrine politiche”, che non sanno che la politica è una branca della filosofia e non un’accozzaglia di altri somari che s’insediano in Parlamento grazie al voto di un corpo elettorale ancora più somaro.
Oggi, chi sa rispondere a queste domande?
1) Premesso che qualunque legge elettorale che prevede diversamente è da considerarsi incostituzionale, perché la Costituzione prevede esclusivamente il proporzionale secco come sistema elettorale?
2) Per quale motivo i Padri Costituenti decisero che la Camera dei Deputati doveva essere composta da 630 unità e il Senato da 315 e perché oggi, a garanzia di democrazia, andrebbero aumentati e non diminuiti?
3) Quanto prende di stipendio netto e lordo (intendo in busta paga, non i rimborsi spese ed altre voci che sicuramente vanno riviste o cancellate) un parlamentare?
4) Nella storia delle Repubblica Italiana, quanti e quali politici hanno rinunciato ai loro diritti economici e di carica senza farne pubblicità e senza tenere spettacolari conferenze stampa in proposito?


Il gregge
Chi è a conoscenza che i vitalizi sono già stati sensibilmente tagliati per legge nel 2012?
Chi è a conoscenza che, dall’inizio di quest’anno, gli sbarchi di migranti hanno avuto una flessione del 77%, ma ancora qualcuno cavalca l’onda dell’invasione in mancanza di altri argomenti elettorali che siano fondati sul benessere dei cittadini e non sulla creazione dell’odio verso il prossimo?
Chi è a conoscenza che il “Reddito di cittadinanza” potrebbe partire da subito, in buona parte finanziato dalla Ue, la quale però ha posto come giusta condizione la riforma del Collocamento, che deve effettivamente attivarsi per procurare lavoro, perché tale reddito non deve diventare, appunto, un sussidio di Stato per chi non ha voglia di lavorare, ma solo un sussidio per mantenersi nel periodo di stallo in attesa di una nuova occupazione lavorativa?
Chi è a conoscenza che, grazie proprio agli immigrati, si stanno pagando i costi dei nuovi arrivi (peraltro, in buona parte finanziati dall’Ue) ed anche molte pensioni e ammortizzatori sociali agli italiani?
Ci raccontano che gli immigrati costano troppo all'Italia? Falso. Detratti i costi e benefici che ricevono, quelli occupati e quelli non occupati, i "nuovi italiani" portano in dote alle casse dello Stato un bel gruzzolo: un miliardo e mezzo di euro netti l'anno, per la precisione. È quanto emerge dall’ultimo Dossier Statistico. Ma i somari credono al loro parente che vola!
Un’ultima domanda. Apprendendo che oggi siamo vittime della lotta egemonica di due poteri mafio/massonici contrapposti, quello finanziario e quello imprenditoriale, credete davvero che nella politica italiana sia permesso l’ingresso di persone talmente colte e preparate, oltre che intelligenti, in grado di contrapporsi a favore del Popolo a tali poteri, creando così una terza e massiccia forza egemonica popolare?
Se la vostra risposta è “sì”, alzate gli occhi al cielo e guardate bene: l’asino vola!

Nino Caliendo

Le illustrazioni sono state reperite sul web in forma libera, quindi, in mancanza di annotazioni diverse, ritenute di pubblico dominio