Tragica primavera/estate quella che stiamo vivendo, con il mondo oppresso da scenari lividi e dominato dalla menzogna, sia in Italia che sul fronte orientale, dove imperversa la ferocia del conflitto.
Una
nazione, l’Ucraina, affollata di milizie sfrontatamente neonaziste, addestrate
dall’Occidente: formazioni protagoniste di un’atroce pulizia etnica contro le
popolazioni russofone, sotto la protezione omertosa degli oligarchi di Kiev,
telecomandati da Washington. E, invece, siamo arrivati a questo: chiuso ogni
spiraglio negoziale, Mosca è stata sostanzialmente indotta a ricorrere alle
armi. Questo ha fornito il pretesto – lungamente inseguito – per espellere
finalmente la Russia dalla “comunità internazionale” a guida occidentale,
constatata l’impossibilità (per ora, almeno) di imporre un “regime change”
capace di sfrattare dal Cremlino l’attuale leadership autocratica,
intollerabilmente al potere da
oltre due decenni.
Qui sta la
vera tragedia: i russi, profondamente europei, verrebbero espulsi dall’Europa e tagliati fuori da
qualsiasi possibile convivenza con l’Occidente. Come dire che si vorrebbe
davvero congelare il mondo e imporre il prezzo di una guerra devastante, forse
lunghissima, destinata a cambiare gli assetti del pianeta.
Nel
2008, l’attenzione era puntata sui bankster di Wall Street e sulle
spericolate promesse di Barack Obama. Poi sarebbero arrivate le primavere
arabe, le tante rivoluzioni colorate sponsorizzate dal club di Soros (come il
golpe in Ucraina) e le spietate guerre di aggressione in Libia e in Siria.
Sarebbero comparsi i tagliagole dell’Isis, appena spentisi i dolori europei
della crisi degli spread,
con la Bce di Draghi che non aveva esitato a chiudere i bancomat ad Atene,
gettando i greci nella fame e nella disperazione.
In
Italia, sarebbe spuntato Mario Monti, insieme al famigerato e rovinoso pareggio
di bilancio inserito nella Costituzione, con la benedizione del Pd di Bersani e
persino del detronizzato e ammutolito Berlusconi. Pallido sollievo, quello
dell’effimero e velleitario Renzi, che infatti concesse all’establishment Usa la possibilità di utilizzare
l’Italia come paese-cavia per la nuova frontiera dell’obbligo vaccinale.
L’ossessione
vaccinale era una oscura avvisaglia dei tempi che ci sarebbero franati addosso,
di lì a poco, non appena i “gestori della storia” avessero deciso di allungare il passo verso la
dimensione definitiva, pandemica, della grande crisi occidentale, andando a colpire essenzialmente Europa e Nord America, oltre alle
estreme propaggini coloniali dell’uomo bianco, Australia e Nuova Zelanda.
Queste, in pratica, le regioni del mondo maggiormente sottoposte all’inaudita
severità della nuova austerity, quella sanitaria.
Già
alla fine del 2018 – da fonti indipendenti, orientali e occidentali – era
giunta voce di un imprecisato disastro globale che sarebbe potuto esplodere
nella primavera 2020, avente proprio l’Italia come epicentro europeo. Una
sinistra previsione, puntualmente avveratasi.
Sperimentata
l’inaudita durezza del lockdown, ci è toccato assaggiare anche l’ultima
sensazionale trovata del governo italiano, il coprifuoco. Si viveva
letteralmente al buio: in una situazione di angosciosa sospensione della
libertà, con l’illusione però che si potesse trattare, ancora, di misure solo
temporanee.
Sinceramente,
fu inaspettato che a Palazzo Chigi finisse per approdare Mario Draghi, né che
Draghi – visto il suo recente dichiarato riposizionamento, in favore di
politiche sociali – restasse poi invece totalmente allineato all’ultima
versione del rigore europeo: ortodossia sanitaria (obbligo vaccinale),
ortodossia socio-economica (Pnrr autoritario, dettato dall’Ue in salsa
“gretina”) e ortodossia geopolitica (totale sottomissione all’antico “padrone”
americano, anche a costo di esporre l’Italia a pesantissime ritorsioni).
Inutile,
poi, spendere parole sullo scenario parlamentare nostrano: Salvini e Meloni,
l’eterno Pd, gli incresciosi grillini. Politica, ormai, clinicamente morta, nelle tenebre di una
società violentemente retrocessa nell’oscurantismo psico-sanitario e costretta a
subire il Green Pass come orizzonte permanente, destinato a incombere per
sempre sulla vita di tutti, in mezzo alle macerie delle libertà
costituzionali dei tempi che furono. Ce ne sarebbe abbastanza per prendere in
considerazione l’idea – già abbracciata da molti, del resto, – di lasciare
questo paese, proprio per manifesta impraticabilità democratica.
Non vale la
pena, in quanto si è già scritto abbondantemente, dilungarsi sulle prodezze del
mainstream: a partire dal 2001 (Torri Gemelle), la narrazione dei grandi media
– con pochissime eccezioni – ha imboccato il vicolo cieco della neo-verità
orwelliana, ulteriormente rafforzata dalla censura di regime introdotta nel
2020 con il cosiddetto Covid-19 e ora estesa, ad libitum, grazie al gelo della
nuova guerra mondiale in corso.
Sommessamente,
ricordiamo i nomi di due illustri dissidenti occidentali: lo statunitense
Edward Snowden, riparato in Russia, e l’australiano Julian Assange, detenuto in
Gran Bretagna (e presto, pare, estradato negli Usa, dove rischierebbe 150 anni di carcere per aver messo in luce
le carneficine americane in Iraq e in Afghanistan).
Non
si può non ricordare qui Giulietto Chiesa, improvvisamente spentosi il 26
aprile 2020, lasciandoci così orfani di una voce profeticamente preziosa. In un
certo senso, si sta avverando quello che lui aveva a lungo paventato:
l’esplosione definitiva dell’intolleranza fisiologica, da parte dell’Occidente,
per qualsiasi regime politico in grado di sfuggire al suo controllo, al suo potere ormai
declinante. Giulietto Chiesa denunciava vigorosamente gli avversari della democrazia, palesi e occulti: i
manipolatori che, in Europa e
negli Usa – utilizzando
l’esteriorità formale della democrazia,
dopo averne svuotato la sostanza – si comportano esattamente come i leader dei
paesi autoritari, dove la democrazia non
esiste neppure sulla carta.
Ora,
l’attualità più recente ci ha riservato continue sorprese. Chi poteva
aspettarselo che gli italiani – medici compresi – avrebbero accettato di subire
l’inoculo obbligatorio di strani sieri genici sperimentali? Chi sarebbe
riuscito a immaginare che la maggioranza della popolazione si sarebbe piegata
così facilmente a un simile ricatto, pur di continuare a lavorare e vivere?
Ricatto imposto, in modo subdolo, da un regime che ha ingigantito un’emergenza
patologica negando ostinatamente l’accesso a terapie efficaci, che avrebbero
fatto crollare il numero dei ricoveri. Si è trattato di un vero e proprio
“genocidio della verità”, che ha finito per terremotare le menti, sotto le
bombe quotidiane della disinformazione panica.
I
danni sociali sono tangibili, forse incalcolabili: basta osservare la quantità
di persone che ancora circolano all’aperto con la mascherina sul viso, avendo
ormai accettato di vivere nella paura, anche per sempre, eventualmente. E’
sufficiente che una voce, dall’alto, spieghi loro – anzi, intimi – che così si
deve fare, senza più lasciare spazio per alcuna discussione. E chi osa
contraddire la versione ufficiale, ormai, viene letteralmente isolato ad opera
di tuttologi dell’ultima ora.
Se fino
all’altro ieri la minaccia era, comunque, relativamente selettiva (le crisi finanziarie pilotate, i
terrorismi domestici), ora l’attacco è condotto in modo indiscriminato nei
confronti della totalità della popolazione: hanno dichiarato guerra a tutti
noi, ripeteva Giulietto Chiesa in tempi non sospetti, quando la caccia all’uomo
non era ancora arrivata nelle nostre città e in ogni casa, in ogni famiglia, in
ogni ufficio e in ogni scuola. Proprio la folle drammaticità della situazione,
per contro, ha spinto milioni di persone – persino in Italia – a resistere a
questo delirio.
A
insorgere moralmente sono gli italiani che hanno spento il televisore, i
cittadini che hanno progressivamente imparato ad attingere informazioni da
fonti alternative, dai tanti social, dai canali YouTube, dalla galassia dei
blog. Una platea attenta e partecipe, matura, capace di affrontare, anche
psicologicamente, la sfida più impegnativa e, cioè, prendere atto –
dolorosamente – che la realtà è spesso lontanissima dalla versione dei fatti
ufficialmente presentata e che tante intime convinzioni (sedimentate attraverso
i decenni) erano clamorosamente infondate.
Gli infernali
architetti dei lager nazisti confidavano proprio nella comprensibilissima
incredulità dei più: non ammetteranno mai – si dicevano – la possibilità che
qualcuno sia stato davvero capace di tanto. Ancora oggi, infatti, è lo
scetticismo a dominare l’animo di chi ascolta le voci che dimostrano il
flagrante, sanguinoso raggiro dell’11 Settembre: si stenta sempre a credere che
possa davvero esistere un potere
così cinico e smisuratamente stragista. La medesima incredulità ha accompagnato
per decenni le segnalazioni degli ufologi, ancorché incoraggiate, in fondo, da
tanta fantascienza: per questo suscitano grande sconcerto le recenti ammissioni
del Pentagono sull’esistenza degli Ufo, ora ribattezzati Uap.
Una ristretta
minoranza di osservatori, oggi, tende a unire i puntini: se i libri antichi
(compresa la Bibbia) sembrano proprio alludere a presenze come quelle,
sovrastanti rispetto alla comunità umana, è davvero possibile che oggi qualcuno
decida di separare in modo così tragico l’Est e l’Ovest, senza che questa
scelta sia stata prima concertata, in qualche modo, con i misteriosi soggetti
che sarebbero alla guida degli sfreccianti Uap?
Ovvero: non è
forse la stessa letteratura antica, da quella indiana a quella omerica, a
descrivere il ruolo superiore delle “divinità” nella conduzione delle guerre
terrestri, fatte combattere dagli umani? Sono semplici pensieri, questi,
liberamente espressi, con i quali concludere questa narrazione. E resta un
mistero, in fondo, la gran fretta che i gestori del pianeta hanno dimostrato, a
partire dalla stranissima accelerazione imposta nel 2020 con l’introduzione
dell’emergenza “pandemica”. Di fatto, questo gigantesco imbuto di sapore
squisitamente zootecnico, fondato sulla paura e sulla frode, ha travolto
centinaia di milioni di occidentali: ha revocato diritti e libertà, incanalando
i cittadini lungo una strada che, a prima vista, sembra senza ritorno. Forse
sarà la storia stessa,
però, a incaricarsi di smentire i pessimisti: luce e ombra finiscono per
rubarsi la scena a vicenda, attraverso le imprevedibili stagioni di quella che
assomiglia a una sostanziale alternanza.
Certo, i
periodi di buio possono essere terribili e durare a lungo: ma non in eterno, se
si tiene accesa la fiaccola della ragione.
Da Giorgio Cattaneo (25 marzo 2022)
Liberamente ripreso
e adattato il 22 maggio 2022 da Idee Libre
da Nino Caliendo
Intanto, oltre alle bombe di una
guerra premeditatamente voluta, anche nuovi terrorismi sanitari sono già alle
porte: il vaiolo delle scimmie e la peste suina, che attacca maiali e cinghiali.
Due big killer del passato che sembrano riemergere dalle pieghe del
tempo, minacciando la salute (umana e animale) e l’economia, in questo periodo
che ancora non si può definire post-Covid.
Ma sarà un caso? Sarà un virus naturale o di laboratorio?
Nino Caliendo
Un saluto
particolare va a Giorgio Cattaneo, che seguiamo da sempre, da quando è nato il
suo blog. Siamo molto dispiaciuti della sua decisione di chiudere il blog che
per sedici anni ci ha accompagnati.
Ripensaci se puoi, Giorgio! (Nino Caliendo)
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