Messaggio ricevuto dalle
Elezioni Amministrative 2012: l’anno in corso ed il prossimo saranno due anni di
cambiamento epocale, su tutti i fronti, del sistema di gestione dello Stato e si
passerà inevitabilmente dall’attuale sistema di ”Democrazia
Rappresentativa” al nuovo sistema di ”Democrazia
Partecipativa”. Complici della svolta sono la rete, i social network e, in
generale, le nuove tecnologie di aggregazione popolare.
Sarà un cambiamento totale del
sistema, con dei vantaggi per i cittadini di portata
storica.
Vediamo, in maniera molto
semplice, la differenza tra le due forme di governo sopra menzionate.
Nella ormai già vecchia
Democrazia Rappresentativa, il cittadino elegge il proprio
rappresentante e poi, fino alle elezioni successive, si dimentica della faccenda
e ”si fida” che il proprio uomo faccia bene e curi gli interessi dei cittadini
per conto loro.
Questo sistema è quello che ha
portato l’Italia, l’Europa ed il mondo intero alle condizioni di corruzione,
spreco di risorse e malapolitica di cui solo ora stiamo vedendo i devastanti
effetti sulla società.
Una volta entrato nel sistema,
infatti, il neo-eletto viene irrimediabilmente portato a far parte di una
”casta” di privilegiati il cui unico chiodo fisso è far soldi, fare carriera e
rimanere nel sistema vita natural durante a fungere da zecca succhia-sangue e a
giocare con le poltrone. La loro inutilità è stata ampliamente dimostrata in
Belgio dove non c’è stato nessun governo per ben due anni e, proprio in quel
periodo, la crescita del Paese è schizzata sopra alla media europea con + 4,6
nel 2010, + 3,6 nel 2011 e un bel + 2,8 previsto per il 2012.
Ormai anche la fetta di
cittadinanza più ingenua e sottoculturata si è accorta che destra e sinistra non
esistono più da almeno 20 anni. E’ tutta una farsa, un teatrino che finge di
lottare, una fazione contro l’altra, per il bene dei cittadini. La recita è
ormai nota: qualcuno lancia una buona idea a vantaggio del popolo ed
immediatamente non ce la fa ad attuarla per il ”muro” (concordato in anticipo,
ovviamente) fatto dall’opposizione. Intanto, si aggiudica una proposta buona
andata male per colpa degli ”altri”, da poter sbandierare alla campagna
elettorale successiva solo per raccattar consensi.
Quante volte abbiamo sentito
l’elenco di questa collezione di ”noi l’avevamo proposto ma voi avete votato
contro” durante i dibattiti in tv? Quando poi c’è da votare per qualcosa che
vada a favore dei parlamentari e dei senatori misteriosamente non c’è mai nessun
muro e l’accordo per aumentarsi i privilegi è sempre unanime.
Lo scopo è fin troppo evidente:
realizzare il meno possibile per noi ed il massimo possibile per loro. Ma questo
giochetto è alla frutta e tutti questi inutili parassiti, di qui a qualche mese,
massimo un anno, saranno disoccupati, gli saranno tolti tutti i privilegi
illegittimamente acquisiti e dovranno restituire tutto quello che ci hanno
rubato fino all’ultimo centesimo. Senza se e senza
ma.
Grazie ad internet, infatti, ci
sono state negli ultimi due anni due rivoluzioni che la nostra vecchia ed
anti-tecnologica classe politica (per fortuna) non è riuscita a cogliere:
l’informazione viaggia da persona a persona senza intermediari ed i social
network hanno permesso l’aggregazione di enormi fette di popolazione con lo
sviluppo di veri e propri ”gruppi di potere” nati dal basso, che, con la Lista
dell’Astensionismo, stanno ampiamente comunicando che i partiti non servono
assolutamente a nulla, anzi sono dannosi ed i cittadini si possono
auto-governare senza bisogno di intermediari.
La nuova forma politica si
chiama ”Democrazia Partecipativa” ed è un sistema di gestione della
cosa pubblica fatto e votato direttamente dai cittadini utilizzando la
rete.
Come funziona, in pratica, il
nuovo sistema? Semplice: il potere passa dalle mani dei ”rappresentati” (i
politici) alle mani dei cittadini, che s’infiltrano e vengono eletti nelle
istituzioni. In pratica, viene eletto un signore ed introdotto in una posizione
decisionale: per esempio, diventa sindaco di una città. Costui è in tutto e per
tutto un dipendente dei cittadini, che svolge per loro conto la mansione
assegnatagli.
La prima cosa che deve fare è
mettere in rete tutto quello che riguarda quel comune: bilanci, debiti, appalti,
urgenze etc. Sulla base delle risorse disponibili e dei problemi da risolvere,
viene stilata una scaletta ”logica” di priorità che viene votata in rete dagli
elettori. Spiego meglio questo passaggio: non è il sindaco a decidere dove
spendere i soldi disponibili, ma sono i cittadini, da casa attraverso la rete,
che votano la cosa che a loro sembra più urgente. Il sindaco è solo uno
strumento, un ”servo” nel senso più nobile del termine nelle mani della
popolazione che, a tutti gli effetti, è quella che comanda.
La piramide del potere, in
questo modo, viene completamente ribaltata: non c’è più uno al vertice che
decide per tutti, ma è la gande massa della popolazione che comanda il suo
rappresentante attraverso la rete.
Tutte le riunioni, i consigli
comunali, i bilanci, etc, vengono resi pubblici ed i cittadini si ritrovano ad
avere il controllo totale sul proprio territorio.
Ogni 6 mesi, il sindaco consegna
le proprie dimissioni in rete: se ha fatto bene vengono rifiutate, se ha fatto
male vengono accettate. In questo caso, il sindaco si dimette, ritorna a
lavorare normalmente e viene sostituito con un altro.
Il massimo di mandati che un
cittadino può fare in ambito politico è di due, dopodichè non potrà mai più
rivestire nessuna altra funzione pubblica per il resto della sua vita. Ritorna a
lavorare e a fare quello che faceva prima.
Questo modo ”al contrario” di
governare è incompatibile con il vecchio sistema. Sono ovviamente impossibili
coalizioni o pastoni vari con il vecchiume politico, anche perchè è già morto e
sepolto e non vale neanche la pena di perderci tempo. Vi immaginate i vari
Casini, Fini, Bersani, Alfano, Prodi, Fassino, etc, disposti a mettere le loro
dimissioni nelle mani del popolo se hanno fatto male? Impensabile. Verranno
spazzati via e si troveranno un lavoro normale come tutti gli altri.
Questa nuova politica metterà la
parola fine alla corruzione diffusa che conosciamo adesso. Fine della casta che
lavora esclusivamente per se stessa. Fine dei vergognosi privilegi che sono
diventati assolutamente intollerabili soprattutto in questo periodo di
recessione. Fine del ”politico” come mestiere: sarà solo un servizio temporaneo
volontario, con un inizio ed un termine, fatto con lo spirito di massima
trasparenza e con bene in mente chi sono i reali beneficiari finali del mandato,
ovvero i cittadini. I compensi saranno allineati a quelli del resto del Paese,
in segno di rispetto nei confronti di chi li ha eletti.
E’ questo lo spirito della nuova
politica: fare bene il proprio lavoro, lavorare per i cittadini e non per i
soldi.
E non è questione di decenni o
di anni per vedere un cambiamento del genere: è questione di mesi, il tempo di
maturare la trasformazione della “Lista che non c’è”, quella
dell’astensionismo, in liste civiche di liberi e comuni cittadini.
Già alle prossime elezioni
politiche potrebbe esserci il ribaltone sano, pulito, senza violenza, senza
cattiveria che spazzerà via per sempre il vero cancro di questo Paese che sono i
partiti politici.
Hanno ancora in mano e tv e i
giornali, ma ormai questi obsoleti mezzi di comunicazione monodirezionali non
hanno più la vecchia influenza sulla popolazione. I giornalisti ”canonici” hanno
perso completamente la credibilità e sono diventati in pochi anni, agli occhi
dei cittadini, dei semplici ”ripetitori” acritici della vecchia classe politica.
Non gli crede più nessuno e stiamo veramente assistendo agli ultimi colpi di
coda del vecchio potere che cerca invano di sopravvivere.
La rete consente il dibattito e
se qualcuno scrive delle baggianate viene immediatamente sepolto dalle critiche
e dai commenti della gente. La tv ed i giornali escludono il dibattito, sono a
senso unico, dalla fonte al fruitore che si trova impossibilitato a
controbattere.
La rete sta cambiando tutto. In
rete uno vale l’altro e se il grande politico di turno la spara grossa, in tv il
giornalista schiavetto lo protegge e gli ”para il culo” in qualche maniera. In
rete, invece, chi spara palle, che sia l’operaio bergamasco o lo studente
napoletano, lo trattano come va trattato: coprendolo di ridicolo e facendolo
scendere dal suo traballante piedistallo.
Restiamo in Europa od usciamo?
Ci teniamo l’Euro o torniamo ad una moneta sovrana di proprietà dei cittadini?
Lo decideremo noi, come è giusto che sia.
Il momento è straordinario e và
vissuto positivamente. Dobbiamo solo portare pazienza fino alle prossime
elezioni e, poi, ci riprenderemo il controllo sulle nostre vite e sul nostro
Paese.
L’Italia ritornerà ad essere un
faro sul mondo e diventerà l’esempio per una inarrestabile reazione a catena a
livello mondiale.
Un sogno? Dipende solo da
noi.
Monti svolgerà ancora per poco
il suo sporco lavoro: poi ci saremo noi a ribaltare tutto!
Rielaborazione articolo di
Nino Caliendo
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