mercoledì 23 maggio 2012

2012-2013: alla morte definitiva dei partiti seguirà l’avvento della Democrazia Partecipativa


Messaggio ricevuto dalle Elezioni Amministrative 2012: l’anno in corso ed il prossimo saranno due anni di cambiamento epocale, su tutti i fronti, del sistema di gestione dello Stato e si passerà inevitabilmente dall’attuale sistema di ”Democrazia Rappresentativa” al nuovo sistema di ”Democrazia Partecipativa”. Complici della svolta sono la rete, i social network e, in generale, le nuove tecnologie di aggregazione popolare.
Sarà un cambiamento totale del sistema, con dei vantaggi per i cittadini di portata storica.
Vediamo, in maniera molto semplice, la differenza tra le due forme di governo sopra menzionate.
Nella ormai già vecchia Democrazia Rappresentativa, il cittadino elegge il proprio rappresentante e poi, fino alle elezioni successive, si dimentica della faccenda e ”si fida” che il proprio uomo faccia bene e curi gli interessi dei cittadini per conto loro.
Questo sistema è quello che ha portato l’Italia, l’Europa ed il mondo intero alle condizioni di corruzione, spreco di risorse e malapolitica di cui solo ora stiamo vedendo i devastanti effetti sulla società.
Una volta entrato nel sistema, infatti, il neo-eletto viene irrimediabilmente portato a far parte di una ”casta” di privilegiati il cui unico chiodo fisso è far soldi, fare carriera e rimanere nel sistema vita natural durante a fungere da zecca succhia-sangue e a giocare con le poltrone. La loro inutilità è stata ampliamente dimostrata in Belgio dove non c’è stato nessun governo per ben due anni e, proprio in quel periodo, la crescita del Paese è schizzata sopra alla media europea con + 4,6 nel 2010, + 3,6 nel 2011 e un bel + 2,8 previsto per il 2012.
Ormai anche la fetta di cittadinanza più ingenua e sottoculturata si è accorta che destra e sinistra non esistono più da almeno 20 anni. E’ tutta una farsa, un teatrino che finge di lottare, una fazione contro l’altra, per il bene dei cittadini. La recita è ormai nota: qualcuno lancia una buona idea a vantaggio del popolo ed immediatamente non ce la fa ad attuarla per il ”muro” (concordato in anticipo, ovviamente) fatto dall’opposizione. Intanto, si aggiudica una proposta buona andata male per colpa degli ”altri”, da poter sbandierare alla campagna elettorale successiva solo per raccattar consensi.
Quante volte abbiamo sentito l’elenco di questa collezione di ”noi l’avevamo proposto ma voi avete votato contro” durante i dibattiti in tv? Quando poi c’è da votare per qualcosa che vada a favore dei parlamentari e dei senatori misteriosamente non c’è mai nessun muro e l’accordo per aumentarsi i privilegi è sempre unanime.
Lo scopo è fin troppo evidente: realizzare il meno possibile per noi ed il massimo possibile per loro. Ma questo giochetto è alla frutta e tutti questi inutili parassiti, di qui a qualche mese, massimo un anno, saranno disoccupati, gli saranno tolti tutti i privilegi illegittimamente acquisiti e dovranno restituire tutto quello che ci hanno rubato fino all’ultimo centesimo. Senza se e senza ma.
Grazie ad internet, infatti, ci sono state negli ultimi due anni due rivoluzioni che la nostra vecchia ed anti-tecnologica classe politica (per fortuna) non è riuscita a cogliere: l’informazione viaggia da persona a persona senza intermediari ed i social network hanno permesso l’aggregazione di enormi fette di popolazione con lo sviluppo di veri e propri ”gruppi di potere” nati dal basso, che, con la Lista dell’Astensionismo, stanno ampiamente comunicando che i partiti non servono assolutamente a nulla, anzi sono dannosi ed i cittadini si possono auto-governare senza bisogno di intermediari.
La nuova forma politica si chiama ”Democrazia Partecipativa” ed è un sistema di gestione della cosa pubblica fatto e votato direttamente dai cittadini utilizzando la rete.
Come funziona, in pratica, il nuovo sistema? Semplice: il potere passa dalle mani dei ”rappresentati” (i politici) alle mani dei cittadini, che s’infiltrano e vengono eletti nelle istituzioni. In pratica, viene eletto un signore ed introdotto in una posizione decisionale: per esempio, diventa sindaco di una città. Costui è in tutto e per tutto un dipendente dei cittadini, che svolge per loro conto la mansione assegnatagli.
La prima cosa che deve fare è mettere in rete tutto quello che riguarda quel comune: bilanci, debiti, appalti, urgenze etc. Sulla base delle risorse disponibili e dei problemi da risolvere, viene stilata una scaletta ”logica” di priorità che viene votata in rete dagli elettori. Spiego meglio questo passaggio: non è il sindaco a decidere dove spendere i soldi disponibili, ma sono i cittadini, da casa attraverso la rete, che votano la cosa che a loro sembra più urgente. Il sindaco è solo uno strumento, un ”servo” nel senso più nobile del termine nelle mani della popolazione che, a tutti gli effetti, è quella che comanda.
La piramide del potere, in questo modo, viene completamente ribaltata: non c’è più uno al vertice che decide per tutti, ma è la gande massa della popolazione che comanda il suo rappresentante attraverso la rete.
Tutte le riunioni, i consigli comunali, i bilanci, etc, vengono resi pubblici ed i cittadini si ritrovano ad avere il controllo totale sul proprio territorio.
Ogni 6 mesi, il sindaco consegna le proprie dimissioni in rete: se ha fatto bene vengono rifiutate, se ha fatto male vengono accettate. In questo caso, il sindaco si dimette, ritorna a lavorare normalmente e viene sostituito con un altro.
Il massimo di mandati che un cittadino può fare in ambito politico è di due, dopodichè non potrà mai più rivestire nessuna altra funzione pubblica per il resto della sua vita. Ritorna a lavorare e a fare quello che faceva prima.
Questo modo ”al contrario” di governare è incompatibile con il vecchio sistema. Sono ovviamente impossibili coalizioni o pastoni vari con il vecchiume politico, anche perchè è già morto e sepolto e non vale neanche la pena di perderci tempo. Vi immaginate i vari Casini, Fini, Bersani, Alfano, Prodi, Fassino, etc, disposti a mettere le loro dimissioni nelle mani del popolo se hanno fatto male? Impensabile. Verranno spazzati via e si troveranno un lavoro normale come tutti gli altri.
Questa nuova politica metterà la parola fine alla corruzione diffusa che conosciamo adesso. Fine della casta che lavora esclusivamente per se stessa. Fine dei vergognosi privilegi che sono diventati assolutamente intollerabili soprattutto in questo periodo di recessione. Fine del ”politico” come mestiere: sarà solo un servizio temporaneo volontario, con un inizio ed un termine, fatto con lo spirito di massima trasparenza e con bene in mente chi sono i reali beneficiari finali del mandato, ovvero i cittadini. I compensi saranno allineati a quelli del resto del Paese, in segno di rispetto nei confronti di chi li ha eletti.
E’ questo lo spirito della nuova politica: fare bene il proprio lavoro, lavorare per i cittadini e non per i soldi.
E non è questione di decenni o di anni per vedere un cambiamento del genere: è questione di mesi, il tempo di maturare la trasformazione della “Lista che non c’è”, quella dell’astensionismo, in liste civiche di liberi e comuni cittadini.
Già alle prossime elezioni politiche potrebbe esserci il ribaltone sano, pulito, senza violenza, senza cattiveria che spazzerà via per sempre il vero cancro di questo Paese che sono i partiti politici.
Hanno ancora in mano e tv e i giornali, ma ormai questi obsoleti mezzi di comunicazione monodirezionali non hanno più la vecchia influenza sulla popolazione. I giornalisti ”canonici” hanno perso completamente la credibilità e sono diventati in pochi anni, agli occhi dei cittadini, dei semplici ”ripetitori” acritici della vecchia classe politica. Non gli crede più nessuno e stiamo veramente assistendo agli ultimi colpi di coda del vecchio potere che cerca invano di sopravvivere.
La rete consente il dibattito e se qualcuno scrive delle baggianate viene immediatamente sepolto dalle critiche e dai commenti della gente. La tv ed i giornali escludono il dibattito, sono a senso unico, dalla fonte al fruitore che si trova impossibilitato a controbattere.
La rete sta cambiando tutto. In rete uno vale l’altro e se il grande politico di turno la spara grossa, in tv il giornalista schiavetto lo protegge e gli ”para il culo” in qualche maniera. In rete, invece, chi spara palle, che sia l’operaio bergamasco o lo studente napoletano, lo trattano come va trattato: coprendolo di ridicolo e facendolo scendere dal suo traballante piedistallo.
Restiamo in Europa od usciamo? Ci teniamo l’Euro o torniamo ad una moneta sovrana di proprietà dei cittadini? Lo decideremo noi, come è giusto che sia.
Il momento è straordinario e và vissuto positivamente. Dobbiamo solo portare pazienza fino alle prossime elezioni e, poi, ci riprenderemo il controllo sulle nostre vite e sul nostro Paese.
L’Italia ritornerà ad essere un faro sul mondo e diventerà l’esempio per una inarrestabile reazione a catena a livello mondiale.
Un sogno? Dipende solo da noi.
Monti svolgerà ancora per poco il suo sporco lavoro: poi ci saremo noi a ribaltare tutto!

Rielaborazione articolo di Nino Caliendo


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