Premettiamo una cosa nel contesto basilare: i
cattolici praticanti in Italia sono poco più di 7 milioni e non il 98% della
popolazione, come invece dichiara il clero conteggiando, in malafede, tutti gli
iscritti nei registri parrocchiali dei battezzati. Questo dato si può
approfondire leggendo l’articolo “Il
falso dato sul numero dei credenti cattolici in Italia. Istruzioni per
sbattezzarsi” reperibile
al link: http://elnino.blog.tiscali.it/2011/08/22/il-falso-dato-sul-numero-dei-credenti-cattolici-in-italia-istruzioni-per-sbattezzarsi/
Il dato qui sopra premesso è fondamentale per
capire l’origine e la forza dello sfruttamento vaticano nelle esorbitanti spese
per cappellani militari e insegnanti di religione (oltre altre pretese
economiche di vario genere), basato sulla falsa dichiarazione del numero dei
fedeli cattolici che rappresenterebbero il 98% degli italiani. La pretenziosa e
saccente forza vaticana alla base è il ricatto della capacità presunta di
orientare il voto, terrorizzando i partiti della pagnotta e delle poltrone.
Un’altra chiarificazione doverosa è che la maschera
del Concordato nel caso di Cappellani militari e insegnanti di religione non ha
alcun fondamento, non essendo cvostoro da esso regolamentati né nemmeno
nominati.
Ma quanto costa in totale, annualmente, allo Stato italiano la cura spirituale dei militari? Quasi 17
milioni di euro. Questa cifra comprende gli stipendi, le pensioni e il
mantenimento degli uffici (solo questi ultimi pesano 2 milioni di euro l’anno).
I cappellani in attività
sono 134 e i loro stipendi, equiparati a quelli dei generali, ammontano a 6
milioni e 300 mila euro.
L’importo
annuo lordo del trattamento pensionistico ordinario dei cappellani dovrebbe
ammontare a circa 43 mila euro lordi (il “dovrebbe” è dovuto al fatto che su
queste cifre al Ministero della Difesa sul questo genere di cifre si mantiene
il più stretto riserbo). Considerando che i cappellani che sono andati in pensione
negli ultimi 20 anni sono 156, l’importo complessivo è di 6 milioni e 700mila
euro.
Ma c’è
di più: i cappellani non solo ricevono gli stipendi dallo Stato italiano, ma
possono maturare la pensione (sempre elargita dallo Stato italiano) in anticipo
rispetto agli altri lavoratori dipendenti e rispetto ai militari di pari grado
e non mancano nemmeno casi di baby-pensionati.
Il
prelato, infatti, che porta a casa la stessa busta paga di un generale di
brigata in congedo, ha diritto a una pensione fino a 4 mila euro al mese.
Questo nonostante abbia scandalosamente prestato servizio per soli 3 anni. Per
approfondimenti, vi consiglio di consultare il link: http://www.lanotiziagiornale.it/cappellani-a-peso-doro-costano-come-i-generali/
E
passiamo ai professori di religione.
Nell'anno
scolastico 2009/10, in Italia vi erano 26.326 insegnanti di religione, con un
aumento del 4% (nonostante il calo del numero di alunni e, di conseguenza, di
aule) rispetto a quelli dell'anno scolastico 2008/9. Quelli di ruolo
erano 12.446 e i precari con incarico annuale 13.880.
Gli
insegnanti di religione, al pari di tutti gli altri insegnanti, sono retribuiti
dal MIUR (Ministero Istruzione, Università e Ricerca). Il costo annuo a
carico dello Stato per la loro retribuzione, nel solo 2008, è stato di ben 800
milioni di euro, pari a circa il 2% della spesa complessiva della scuola
italiana, che è di circa 42,5 miliardi).
Altra
informazione poco diffusa dai media è che, prima del concorso per l'immissione
in ruolo del 2004, la totalità dei docenti di religione veniva nominata su
segnalazione della curia diocesana al dirigente
scolastico, che normalmente confermava la nomina. Il contratto era annuale
e non esisteva uno statuto giuridico di ruolo, al contrario dei docenti delle
altre materie.
La legge
186 del 18 luglio 2003, tanto per fare un ulteriore favore alla mafia vaticana, ha
previsto l'entrata in ruolo, previo concorso abilitativo, di circa quindicimila
insegnanti (sui circa venticinquemila complessivi), a copertura del 70% delle
ore di insegnamento, rendendo il docente "organicamente inserito nei ruoli
della scuola e non più soggetto ai caroselli degli incarichi annuali"
(affermazione del ministro Giuseppe Fioroni, 6 marzo 2007).
La
nomina del restante 30% è lasciata alla discrezione della Curia diocesana e
alla conferma del dirigente scolastico.
L'autorità
diocesana si riserva, comunque, di revocare l'idoneità dell'insegnante
vincitore del concorso per alcuni gravi motivi (leggi: minacce e ricatto), come
incapacità didattica o pedagogica, e/o condotta morale non coerente con
l'insegnamento.
In
totale, cappellani militari e insegnanti di religione, facendo un po’ di conti,
costano agli italiani (cattolici e non) attorno ai 18 milioni di euro annui,
pari a una somma intorno ai 35.000 miliardi delle vecchie lire. Una somma
astronomica che, se dirottata diversamente, salverebbe stato sociale, pensioni,
sanità, istruzione etc etc.
Altra
assurdità lampantemente anticostituzionale è che, pur dichiarando per legge
facoltativa la partecipazione dell’alunno alle lezioni di religione, gli
studenti che vi partecipano hanno diritto a crediti formativi da far valere
agli esami di maturità.
Ad
onor del vero, gli alunni che non frequentano l’ora di religione potrebbero
frequentare, all’interno della stessa scuola, attività alternative organizzate
per mettere insieme crediti formativi per la maturità. Questo però,
demagogicamente, solo sulla carta, visto i sensibili tagli dei fondi destinati
all’istruzione, ormai ridotti talmente al lumicino da non consentire nemmeno l’acquisto
della carte per la fotocopiatrice.
A
questo punto, urge la risposta alle domande: “L’Italia è uno Stato laico e
libero?” e, inoltre, “Gli italiani hanno diritto al reinvestimento dei loro
esborsi fiscali in attività atte a migliorargli la qualità della vita,
lasciando ai fedeli (e solo ai fedeli) delle varie religioni il sostentamento del
proprio clero?”
Le invasioni
di convenienza bigotta nel nostro Stato laico non possono più essere ammesse,
soprattutto in periodo di crisi profonda, dove i preti si abbuffano e i
cittadini sono ridotti allo stremo, in salute e per fame.
Nino Caliendo
Approfondimenti, dati
e notizie da:
1.
Wikipedia Encyclopedia
7.
D.M. 42/2005, D.M.
37/2006 e D.M. 61/2007
8.
In un anno 4% di insegnanti in meno ma i prof di
religione sono ancora in crescita - Repubblica.it
10. http://www.chiesacattolica.it/cci_new_v3/allegati/4662/relazione%20Annuario%20IRC%2020072008.pdf
12.
Articolo su Repubblica del 27 agosto 2008.
21.
Scelto dal 9,7% degli
interessati, secondo la CEI
22.
Scelto dal 18,8%
degli interessati, secondo la CEI
23.
Scelto dal 24% degli
interessati, secondo la CEI
24.
Scelto dal 47,5%
degli interessati, secondo la CEI
25.
Scelte possibili, UAAR Unione degli Atei e degli Agnostici
Razionalisti. URL consultato il 6 luglio 2010.
26.
Indice
delle pronunce della Corte Costituzionale. URL consultato il 17 ottobre 2010.
27.
DA QUANTI STUDENTI È FREQUENTATA?, UAAR Unione degli Atei e degli Agnostici
Razionalisti. URL consultato il 6 luglio 2010.
28.
Fuga dall'ora di religione in 700mila fuori
dall'aula, Repubblica,
5 marzo 2010
33.
Legge n. 121 del 25
marzo 1985, Art. 9.2
34.
CM n.9/91e D.P.R.
n.175 del 20/08/2012 punto 2.1.a
35.
Circolare
Ministeriale n. 18 del 4 luglio 2013
36.
c.m. 368 del 1985
37.
Sentenza della sesta
sezione del Consiglio di Stato, n. 2749/2010
38.
Circolare
ministeriale 129
39.
Circolare
ministeriale 129/86 e 130/86
40.
Circolare
ministeriale 130
41.
Ordinanza
ministeriale n° 13 dell'anno scolastico 2012-2013, art. 8.14
42.
Tali attività sono
valutabili ai fini del punteggio, in base alla nota 6 alla tabella di
valutazione allegata al D.M. n. 131 del 13.6.2007, consultabile a questa pagina
43.
Le organizzazioni di
insegnanti sostengono che tali attività devono essere valutate anche
all'interno delle Graduatorie ad esaurimento, in quanto il reclutamento del
docente avviene, così come per tutte le altre attività di supplenza, secondo la
relativa graduatoria e quindi secondo il principio del “merito”. Vedi Orizzonte Scuola
44.
Sentenze del Tar
Lazio n. 33433 (15 novembre 2010) e n.924 (1º febbraio 2011)
45.
DPR 122/09 che
riconosce al docente lo stesso ruolo degli altri docenti
46.
Vedi tabella
riassuntiva a cura di Pisci Alberto dell'Osservatorio delle libertà ed istituzioni
religiosedal sito delle elledici.
47.
V. in
particolare L'Espresso del 10 settembre 1989, dove scrive: "Perché
i ragazzi debbono sapere tutto degli dei di Omero e pochissimo di Mosè? Perché
debbono conoscere la Divina Commedia e non il Cantico dei Cantici (anche perché
senza Salomone non si capisce Dante)?"
48.
Come l'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti: vedi [2]
49.
Maria Bonafede, Ora islamica? Meglio una scuola laica e
pluralista,
chiesavaldese.org. URL consultato il 7 luglio 2010.
50.
COME VENGONO SCELTI GLI INSEGNANTI DI RELIGIONE?, UAAR Unione degli Atei e degli Agnostici
Razionalisti. URL consultato il 6 luglio 2010.
51.
Progetto ora
alternativa, UAAR Unione degli
Atei e degli Agnostici Razionalisti. URL consultato il 6 luglio 2010.
52.
V. Saverio
Santamaita, Storia della Scuola, Milano 1999, p. 48.
54.
Salvo
Intravaia, In un anno 4% di insegnanti in meno, ma i prof
di religione sono ancora in crescita in la Repubblica, 02 luglio
2010. URL consultato il 13 luglio 2010.
55.
Il "taglione" del Governo cancella
40.000 cattedre, salvi solo i prof di religione in La Tecnica della Scuola, 06
luglio 2010. URL consultato il 3 dicembre 2010.
56.
Insegnamento della religione cattolica sul sito http://www.chiesacattolica.it, sezione "Educazione, Scuola e Ricerca"
59.
Ora
di Religione, dell'UAAR Unione
degli Atei e degli Agnostici Razionalisti
62.
Testo della legge 18 luglio 2003, n. 186, relativa al
concorso per l'immissione in ruolo
63.
Annuario della CEI
circa l'IRC relativo al 2008/2009
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