Alexis Tsipras ha vinto con largo
margine. Si tratta di un risultato ampiamente in linea con le previsioni.
D’altronde i partiti tradizionali, a partire da “Nuova Democrazia” al Pasok, hanno negli ultimi anni
pianificato e attuato un vero e proprio sterminio in danno del popolo greco;
uno sterminio, mascherato da una melliflua retorica sul risanamento dei conti,
che ha generato un numero imprecisato di morti, ammalati, suicidi e indigenti.
In Grecia, nel cuore della civilissima Europa, è aumentata la mortalità infantile, sono cresciuti i
casi di malnutrizione e sono ricomparse malattie da degrado che parevano
sconfitte per sempre. Insomma la Troika capitanata da Draghi, Lagarde e
Juncker, successore del vile Barroso a capo della Commissione Europea, ha
oggettivamente rinverdito nell’Ellade i fasti hitleriani, inseguendo il mito
della “soluzione finale” con la stessa fanatica testardaggine che in altre
epoche accompagnò la furia sanguinaria dei vari Himmler e Goebbels.
Tra Draghi e Rosenberg, lo riconosco per
amore di verità, esiste però una differenza che sarebbe scorretto occultare:
pur condividendo entrambi nella sostanza la stessa gnosi feroce ed anti-umana,
i metodi utilizzati dai tecno-nazisti moderni sonodecisamente più sottili ed
incruenti. In sintesi, tanto i nazisti classici capitanati da Hitler quanto i
tecno-nazisti contemporanei guidati da Draghi puntano ad una selezione
eugenetica della “razza europea”; ma mentre il primo pensava di dover
salvaguardare la purezza germanica a colpi di mitraglia e campi si
concentramento, il secondo si limita in maniera darwiniana a rendere
impossibili le condizioni esistenziali delle masse popolari, perseguendo il
dissimulato scopo di far rimanere in vita solo i ceppi più resistenti, quelli
in grado cioè di adeguarsi ad una vita di fame, privazione e stenti. Il
tecno-nazismo poi, a differenza del nazismo classico, può trionfare senza
formalmente sopprimere i cardini della democrazia liberale: ovvero elezioni
periodiche e libertà di espressione.
Il senso di tale dottrina è stato
brillantemente cristallizzato tempo fa dallo stesso Draghi, bravo nel formulare
limpidamente la teoria del “pilota automatico”, quella che spiega al mondo come
e perché la dialettica formalmente democratica in voga nei rispettivi paesi
dell’area euro non possa in ogni caso influenzare per nulla il tracciato
disegnato nell’ombra dal banchiere centrale e dai suoi relativi fratelli. Per
quanto riguarda la libertà di espressione, il militare controllo dei principali
mezzi di informazione permette la costruzione in vitro di una realtà apparente
che disabilita scientificamente il senso critico della maggior parte dei
cittadini. E quand’anche la propaganda martellante dovesse infine risultare
insufficiente per favorire l’elezione del burattino di turno gradito al
Venerabile Maestro Mario Draghi, sarà sempre possibile corrompere o minacciare
gli eventuali outsider riportandoli tosto a più miti consigli.
Qualche esempio? Che fine ha fatto
l’Hollande che in campagna elettorale prometteva la fine dell’austerità? Cosa
ha fatto Renzi, a parte qualche battuta di cabaret, per invertire l’attuale
paradigma economico in voga in Europa? Domande sospese. E, alla luce dei precedenti testé citati, chi vi dice
che Tsipras non abbia già formalmente baciato la pantofola dei padroni per
godersi finalmente in tranquillità la tanto agognata ascesa al potere? Non vi pare quantomeno strana la dichiarazione con la quale Tsipras
certifica di essere un sostenitore del pareggio di bilancio? A parte i
cialtroni e gli idioti, tutti sanno come sia impossibile attuare politiche per
favorire la crescita e l’occupazione perseguendo sulla strada anti-keynesiana
del rigore dei conti. Capiremo presto se Tsipars rappresenti per davvero una
opportunità di rinascita per il suo popolo o se, più probabilmente, il suo
governo assumerà piuttosto le sembianze di una “merchant bank” indispensabile
per arricchire i tanti lanzichenecchi rossi finalmente entrati nelle stanze
del potere. In Italia di simili prassi ne sappiamo certamente qualcosa.
Ogni cambiamento epocale deve
essere preceduto da un segno che attesti urbi et orbi e in forme eclatanti la
fine del vecchio mondo. Il nazismo classico non è più riemerso perché in molti
si ricordano ancora oggi i corpi dei gerarchi nazisti penzolanti sulla forca. Se
Tsipras intende davvero dichiarare sconfitto per sempre il tecno-nazismo greco
personificato dai vari Samaras e Venizelos, apra fin da subito una discussione
all’interno del Parlamento al fine di chiarire la natura, stragista o meno,
degli ultimi governi alternatisi al potere. Samaras e Venizelos potranno cioè
rispondere liberamente alle domande di una libera e democratica commissione
d’inchiesta, chiamata appositamente a verificare l’eventuale dolosa
consumazione di ripetuti “crimini contro l’umanità”. Se Tsipras, come credo,
non farà nulla di tutto ciò, sarà chiara immediatamente a tutti la natura falsa
ed infingarda del giovane pifferaio greco.
Francesco Maria Toscano, “Alexis Tsipras è l’ultimo coniglio
estratto dal cilindro del venerabile maestro Mario Draghi?”, dal blog “Il Moralista” del 29 gennaio 2015
da: Idee Libre
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