venerdì 24 giugno 2016

Gran Bretagna: torna il fantasma della sovranità popolare

Brexit, conferenza stampa di David Cameron: ha annunciato le sue dimissioni ad OttobreQuello che il bruco chiama "fine del mondo" quando sente che sta trasformandosi, il resto del mondo lo chiama "Farfalla".
“The impossible made possible”: nei primi dati consolidati sullo scrutinio inglese, la Brexit è al 52%, nonostante l’efferato e quanto mai “provvidenziale” omicidio (chi ci crede più al caso, quando il suo nome più appropriato è terrorismo proveniente dal potere dominante?) dell’unionista Jo Cox, turpemente trasformata in martire della causa di Bruxelles.
Il risultato finisce per scomodare l’immaginario collettivo e mediatico, dal trionfalismo lirico dei sovranisti popolari al catastrofismo apocalittico degli europeisti ad ogni costo, con le loro proiezioni infernali sulla “fine del mondo” in salsa britannica, l’annesso crollo della sterlina e l’armageddon delle Borse.
Di fatto, la parola Brexit, che ha terrorizzato Obama e Cameron, la Merkel e Wall Street, Draghi e la Bce, cioè tutti i principali protagonisti “neri” (leggi pure "nazifascisti") del girone dantesco chiamato "crisi", fatto di recessione e austerity, guerra e terrorismo, assume un significato sconcertante, di portata epocale: il ritorno della democratica sovranità popolare, quella vera, pura eresia (per loro) che (però) trionfa, in un continente narcotizzato da tecnocrati oscuri, dominato da lobby planetarie impegnate da quarant’anni a spegnere, svuotare, neutralizzare ogni residuo germe di democrazia, ogni sovranità del Popolo.
La Gran Bretagna è la punta dell'iceberg, è il trionfo della perduta democrazia popolare, che riconquista le sue giuste dimensioni e la sua potenza al di sopra di ogni abuso e sopruso.
Da Londra sembra levarsi un boato, destinato ad assordare l’Occidente, che colpisce anche il Movimento 5 Stelle, coprendo di ridicolo i belati dei suoi esponenti cercatori di pagnotta, figli illegittimi radical chic della madre di una massoneria occulta che rappresenta poteri apertamente antipopolari: "Noi non siamo mai stati contrari all’Unione Europea, vorremmo solo che fosse un po’ più democratica" (frase populista che la dice lunga nell'oscurità del suo significato: ma se l'Ue non è democratica, si è contrari senza "se" e senza "ma", non si chiede certo che diventi democratica e resti lì con le stesse strutture e persone a legiferare, come fosse la grazia del "re" che distribuisce brioche al Popolo affamato), ha ripetuto di recente in televisione il grillino Di Battista, nel solco del Casaleggio pensiero che, alla vigilia delle europee, dichiarò pagnottisticamente a Marco Travaglio: "Noi non siamo contrari all’euro" (e allora? qual è il resto della frase? Non siamo contrari all'euro e...), dando l'impressione che lo scenario fosse lecchinamente dominato dalla volontà di appoggiare apertamente un regime tenebroso, capace di tutto.
Ma segnali che indicano che l’élite del “there is no alternative” è spaccata e inquieta ce ne sono e come: una parte del vertice planetario si sta defilando di fronte al conto spaventoso dei costi umani della privatizzazione globale, a partire dal massacro della Grecia, con le guerre ormai sparpagliate ovunque e l’esodo biblico dei profughi.
Il voto inglese è stato ed è un messaggio forte e chiaro, che scavalca le manovre di vertice e rimette in campo il fantasma di gran lunga più temuto dagli architetti del medioevo Ue: quello del ripristino della democrazia popolare.
Molto liberamente ripreso da Idee Libre

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