Il Cardinale Sepe con l'ampolla del sangue di San Gennaro mentre si scioglie |
Lo sapete che, da oltre 1500 anni, la
chiesa cattolica è dovuta scendere a compromessi con i napoletani, i quali sono
loro a decidere cosa è sacro e cosa è profano nella città? Tra gli ex-voto del
santo, ad esempio, soggiorna tranquillamente la maglia n. 10 per ricordare
Maradona, paragonato nella miracolosità a San Gennaro (per qualche anno,
infatti, durante la processione in suo onore, il patrono della città ha sfilato
indossando la “sacra” maglietta). E il cardinale Sepe, arcivescovo di
Napoli, come gli altri suoi predecessori nel passato, tutto questo deve
accettarlo, altrimenti può anche andarsene da un’altra parte.
Un’altra simpatica paganità è rappresentata
dalle sorelle di San Gennaro, che non sono suore, ma semplici anziane popolane
che assistono il “fratello” nel “miracolo dello scioglimento del sangue” e,
qualora il santo dovesse ritardare l’evento “miracoloso”, non esitano a
rimproverarlo ad alta voce, finanche dirigendogli epiteti e parolacce
irripetibili, nel Duomo di Napoli, davanti ai prelati e a migliaia di persone,
tra le quali centinaia di turisti venuti apposta a Napoli per assistere
all’evento.
Al di là dell’interesse folcloristico, il
miracolo di San Gennaro è una delle forme in cui la religione e la
superstizione si fondono, come tutto nella cultura napoletana. San Gennaro, più
che un santo, è un napoletano con la leadership confidenziale del fratello più
grande a cui chiedere consigli e ottenere risposte. Napoli è una città
particolare, ricca di Storia e di credenze popolari che non hanno niente di
religioso, dove la normalità vive proprio grazie all’essenza esoterica dei suoi
abitanti.
Secondo la leggenda, il sangue di San
Gennaro si sarebbe liquefatto per la prima volta nel IV secolo d.C. durante il
trasferimento a Napoli delle spoglie del santo da parte del vescovo cristiano
Severo (secondo altri, del vescovo cristiano Cosimo). Da qui, si deduce quindi
che S. Gennaro, pur essendosi appropriata della sua “santità” la Chiesa di
Roma, sarebbe vissuto ben prima della fondazione del Cattolicesimo (VI secolo
d.C.).
Storicamente, però, la prima notizia
documentata dell’ampolla contenente la presunta reliquia del sangue di San
Gennaro risale soltanto al 1389. Il Chronicon Siculum racconta che, durante le
manifestazioni per la festa dell’Assunta, vi fu l’esposizione pubblica delle
ampolle contenenti il cosiddetto “sangue di San Gennaro” e il 17 agosto,
durante la processione, il liquido conservato nell’ampolla si era liquefatto
”come se fosse sgorgato quel giorno stesso dal corpo del santo”.
Attualmente le due ampolle sono conservate
nel Duomo di Napoli: una è riempita per tre quarti, mentre l’altra è semivuota
poiché parte del suo contenuto pare fosse stato sottratto (ma non esiste fonte
certa della cosa) da re Carlo III di Borbone che lo portò con sé in Spagna. Il
fenomeno della liquefazione è invocato tre volte l’anno (il sabato precedente
la prima domenica di maggio e negli otto giorni successivi, il 19 settembre e
per tutto il periodo delle celebrazioni in onore del patrono e il 16 dicembre),
durante una solenne cerimonia religiosa guidata dall’arcivescovo in carica (che
storce il naso, ma lo deve fare). Per sottolineare come la religione possa fondersi
con la superstizione popolare, la liquefazione durante la cerimonia è ritenuta
foriera di buoni auspici per la città. Al contrario, la mancata liquefazione è
vista come cattivo presagio per Napoli (non si liquefò nel 1980 e a novembre di
quell’anno ci fu il grande terremoto che colpì Napoli e l’Irpinia).
La stessa Chiesa è scettica (e non ama
molto S. Gennaro, che ruba la scena ad altri santi meno famosi ma più
redditizi, al punto di averlo relegato a santo di serie B, cancellandolo
persino dal calendario), ma fa di tutto per non mostrare il proprio scetticismo
perdurando in un atteggiamento ambiguo: lascia credere ai carenti di spirito
critico che si tratti di “miracolo”, ma non lo fa quando parla con gli
scienziati!
Con il Concilio Vaticano II, la Chiesa
(che ha sempre rifiutato di acconsentire al prelievo del liquido sostenendo che
un’analisi invasiva potrebbe danneggiare sia le ampolle che il liquido), come
già qui in precedenza riportato, decise di togliere dal calendario alcuni santi
scomodi, San Gennaro compreso.
Poiché vi furono forti resistenze
popolari, quasi una ribellione di massa, decise di mantenere il culto della
reliquia del santo, tenendo a precisare che lo scioglimento del sangue di San
Gennaro non è un miracolo, ma piuttosto un fatto mirabolante ritenuto
prodigioso dalla popolazione. In parole povere, definì l’evento alla stregua di
una superstizione.
In realtà, di mirabolante non c’è nulla.
La spiegazione fisica più semplice è quella della tissotropia: i
materiali tissotropici diventano più fluidi se sottoposti a una sollecitazione
meccanica, come piccole scosse o vibrazioni, tornando allo stato precedente se
lasciati indisturbati. Un esempio di questa proprietà è la salsa ketchup che si
può mostrare in uno stato quasi solido finché, scossa, non diventa
improvvisamente molto più liquida.
Tre scienziati italiani, Garlaschelli,
Ramaccini e Della Sala, hanno riprodotto una sospensione avente un
comportamento tissotropico molto simile al fluido contenuto nella teca di San
Gennaro. Il loro lavoro fu pubblicato su Nature (A Thixotropic mixture like the
blood of Saint Januarius, “Nature”, vol. 353, 10 ottobre 1991).
Ognuno di noi può stupire gli amici con il
trucco dei tre ricercatori (che, peraltro, hanno usato sostanze già facilmente
reperibili alla fine del XIV secolo). Con cloruro ferrico (sotto forma di
molisite, un minerale tipico delle zone vulcaniche e quindi presente anche nel
napoletano grazie al Vesuvio e ai vulcani dei Campi Flegrei), carbonato di
calcio (i gusci d’uovo sono fatti per circa il 94% di carbonato di calcio),
cloruro di sodio (il comune sale da cucina) e acqua, è possibile ottenere una
soluzione colloidale di colore rosso che ha proprietà tissotropiche.
La banale domanda del perché il sangue
alcune volte non si sia liquefatto è rigettata dalle proprietà stesse dei
materiali tissotropici: basta agitare la soluzione delicatamente e non c’è
liquefazione (del resto, il sangue di San Gennaro si è liquefatto anche al di
fuori dei periodi previsti, probabilmente a causa di manipolazioni non
delicate).
Un’obiezione più sensata si basa sulla
diffusione della notizia secondo la quale il gel dei tre ricercatori non
avrebbe più proprietà tissotropiche dopo 2 anni. La scarsa consistenza logica
dei sostenitori del miracolo ha fatto gridare che questa sarebbe la prova più
lampante che di miracolo trattasi (il solito errore: non so spiegarmi un
fenomeno, allora è sicuramente un miracolo divino). Come ha rilevato
Garlaschelli, alcuni campioni del suo gel durano dieci anni, altri molto meno.
Il mistero non sta nel “miracolo”, ma nella durata della composizione del
liquido, che rimane appunto un mistero scientifico, ma non divino.
Del resto, come già detto, Napoli ha nella
sua cultura l’esoterismo, i misteri soprannaturali inspiegabili (dalle
“presenze” secolari nelle antiche magioni al Principe di Sansevero).
Lo scioglimento del sangue, comunque, non
è un’esclusiva di San Gennaro: a Napoli esistono altri santi che fanno
l’identico “miracolo”, ma (quando si parla di Napoli, definita dalle sfere
clericali la città ribelle) la Chiesa non ama pubblicizzarlo.
Bisogna riconoscere che il sangue che si
scioglie a Napoli è un fenomeno molto più complesso e misterioso di quanto si
possa credere.
Infatti, l’antica discussione sul sangue
di San Gennaro, ha oscurato i molti altri fenomeni analoghi che da secoli,
secondo molteplici testimonianze, avvengono in molte chiese di Napoli e anche,
e questo in pochi lo sanno, in molte Cappelle gentilizie napoletane.
A questo proposito, oltre il miracolo del
Santo Patrono, si possono citare almeno altri otto importanti fenomeni di
liquefazione del sangue.
Per cominciare, possiamo citare, in Piazza
del Gesù ed esattamente nel famoso Monastero delle Clarisse, meglio conosciuto
come Monastero di Santa Chiara, la liquefazione del sangue del protomartire S.
Stefano, che avviene, generalmente, il 3 agosto e il 25 dicembre. La reliquia
fu portata a Napoli da S. Gaudioso. Essa fu scoperta per caso dietro una cripta
segreta di un altare. Per un periodo di tempo, fu tenuta nel Convento della
Sapienza a Costantinopoli e, dopo la soppressione della Chiesa, fu trasferita
al monastero assieme alle monache.
Il miracolo non si ripete da qualche anno,
con sollievo delle suore, perché pare che, allo scioglimento del sangue,
coincida sempre la morte della madre superiora in carica.
Il sangue di S. Alfonso dei Liguori, santo
noto anche perché fu l’autore della cantata“Quanno nascette ninno”, si scioglie
il 2 agosto nella chiesa di S. Maria della Redenzione dei Cattivi.
Nella chiesa di S. Gregorio Armeno, sorta
sull’antico tempio di Cerere e sull’annesso collegio delle Sacerdotesse
dell’Antico Culto, conosciuto dai vecchi napoletani come “S. Liguoro”, avviene
la liquefazione del sangue di S. Giovanni, di S. Lorenzo e di Santa Patrizia,
quest’ultima nota anche per il misterioso liquido guaritivo “miracoloso” che
ancora stilla dalla sua tomba, da secoli.
Per Santa Patrizia ancora oggi avviene il
miracolo del sangue ogni martedì mattina.
Altri due fenomeni avvengono ogni 21
giugno nella chiesa del Gesù Vecchio, per S. Pantaleone e S. Luigi Gonzaga.
Negli avvenimenti di Napoli, come
facilmente si può dedurre da quanto sopra raccontato, c’entra molto poco la
religione e la miracolosità divina, cedendo il posto alla cultura del mistero
esoterico e all’antropologia del folclore della città, che ha fatto del sacro e
del profano (molto più del profano) una risultanza di fatti inspiegabili e
appassionanti. Alla faccia del Vaticano, Napoli è la città più divina di Roma!
Nino Caliendo
Info, dati e contenuti da: Albanesi.it e Napolimisteriosa.it
Un altro mistero ultrasecolare:
a Pozzuoli, l'altro miracolo di San Gennaro
Nella
Chiesa intitolata a San Gennaro, - che sorge a Pozzuoli dal 1580, nello stesso
luogo dove il Santo fu decapitato, - vi si conserva una pietra macchiata del
suo sangue, che rappresenta un altro dei più grandi misteri di Napoli.
Infatti,
il sangue depositato su quella pietra acquista misteriosamente un colore rosso
vivo contemporaneamente alla liquefazione dell’altro sangue di San Gennaro
conservato nel Duomo di Napoli.
Tanti
studiosi hanno, nei secoli, cercato di spiegare scientificamente il mistero
dello scioglimento del sangue dei Santi a Napoli, ma nessuno ha mai, nemmeno
provato, a spiegare il mistero della contemporaneità dello scioglimento del
sangue di San Gennaro sulla pietra che è conservata a Pozzuoli con quello
contenuto nell’ampolla ospitata nel Duomo di Napoli.
Nino Caliendo
A
Napoli non si liquefa solo il sangue di S. Gennaro
Napoli - Chiostro Monastero Santa Chiara |
Il sangue che si scioglie a Napoli è un
fenomeno molto più complesso e misterioso di quanto si possa credere.
Infatti, l’antica discussione sul sangue
di San Gennaro, ha oscurato molti altri fenomeni analoghi che da secoli,
secondo molteplici testimonianze, avvengono in molte chiese di Napoli e anche,
e questo in pochi lo sanno, in molte Cappelle gentilizie napoletane.
A questo proposito, oltre il miracolo del
Santo Patrono, si possono citare almeno altri otto importanti fenomeni di
liquefazione del sangue.
Per cominciare, possiamo citare, in Piazza
del Gesù ed esattamente nel famoso Monastero delle
Clarisse, meglio conosciuto come Monastero
di Santa Chiara, la liquefazione del protomartire S. Stefano, che avviene,
generalmente, il 3 agosto e il 25 dicembre.
La reliquia fu portata a Napoli da S.
Gaudioso. Essa fu scoperta per caso dietro una cripta segreta di un altare. Per
un periodo di tempo, fu tenuta nel Convento della Sapienza a Costantinopoli e,
dopo la soppressione della Chiesa, fu trasferita al monastero assieme alle
monache.
Napoli - Chiostro San Gregorio Armeno |
Il miracolo non si ripete da qualche anno,
con sollievo delle suore, perché pare che, allo scioglimento del sangue,
coincida sempre la morte della madre superiora in carica.
Il sangue di S. Alfonso dei Liguori, Santo
noto anche perché fu l’autore della cantata “Quanno nascette ninno”,
si scioglie il 2 agosto nella chiesa di S. Maria della Redenzione dei Cattivi.
Nella chiesa di S. Gregorio
Armeno, sorta sull’antico tempio di Cerere e sull’annesso collegio delle
Sacerdotesse dell’Antico Culto, conosciuto dai vecchi napoletani come “S.
Liguoro”, avviene la liquefazione del sangue di S. Giovanni, di S. Lorenzo
e di Santa Patrizia, quest’ultima nota anche per il misterioso liquido
miracoloso che ancora stilla dalla sua tomba, da secoli.
Per Santa Patrizia ancora oggi
avviene il miracolo del sangue ogni martedì mattina.
Altri due fenomeni avvengono ogni 21
giugno nella chiesa del Gesù Vecchio, per S. Pantaleone e S. Luigi Gonzaga.
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