martedì 25 giugno 2019

Misteri e segreti di Napoli: il sangue che si scioglie (e non solo quello di San Gennaro)


Il Cardinale Sepe con l'ampolla del sangue
di San Gennaro mentre si scioglie
Lo sapete che, da oltre 1500 anni, la chiesa cattolica è dovuta scendere a compromessi con i napoletani, i quali sono loro a decidere cosa è sacro e cosa è profano nella città? Tra gli ex-voto del santo, ad esempio, soggiorna tranquillamente la maglia n. 10 per ricordare Maradona, paragonato nella miracolosità a San Gennaro (per qualche anno, infatti, durante la processione in suo onore, il patrono della città ha sfilato indossando la “sacra” maglietta). E il cardinale Sepe, arcivescovo di Napoli, come gli altri suoi predecessori nel passato, tutto questo deve accettarlo, altrimenti può anche andarsene da un’altra parte.
Un’altra simpatica paganità è rappresentata dalle sorelle di San Gennaro, che non sono suore, ma semplici anziane popolane che assistono il “fratello” nel “miracolo dello scioglimento del sangue” e, qualora il santo dovesse ritardare l’evento “miracoloso”, non esitano a rimproverarlo ad alta voce, finanche dirigendogli epiteti e parolacce irripetibili, nel Duomo di Napoli, davanti ai prelati e a migliaia di persone, tra le quali centinaia di turisti venuti apposta a Napoli per assistere all’evento.
Al di là dell’interesse folcloristico, il miracolo di San Gennaro è una delle forme in cui la religione e la superstizione si fondono, come tutto nella cultura napoletana. San Gennaro, più che un santo, è un napoletano con la leadership confidenziale del fratello più grande a cui chiedere consigli e ottenere risposte. Napoli è una città particolare, ricca di Storia e di credenze popolari che non hanno niente di religioso, dove la normalità vive proprio grazie all’essenza esoterica dei suoi abitanti.
Secondo la leggenda, il sangue di San Gennaro si sarebbe liquefatto per la prima volta nel IV secolo d.C. durante il trasferimento a Napoli delle spoglie del santo da parte del vescovo cristiano Severo (secondo altri, del vescovo cristiano Cosimo). Da qui, si deduce quindi che S. Gennaro, pur essendosi appropriata della sua “santità” la Chiesa di Roma, sarebbe vissuto ben prima della fondazione del Cattolicesimo (VI secolo d.C.).
Storicamente, però, la prima notizia documentata dell’ampolla contenente la presunta reliquia del sangue di San Gennaro risale soltanto al 1389. Il Chronicon Siculum racconta che, durante le manifestazioni per la festa dell’Assunta, vi fu l’esposizione pubblica delle ampolle contenenti il cosiddetto “sangue di San Gennaro” e il 17 agosto, durante la processione, il liquido conservato nell’ampolla si era liquefatto ”come se fosse sgorgato quel giorno stesso dal corpo del santo”.
Attualmente le due ampolle sono conservate nel Duomo di Napoli: una è riempita per tre quarti, mentre l’altra è semivuota poiché parte del suo contenuto pare fosse stato sottratto (ma non esiste fonte certa della cosa) da re Carlo III di Borbone che lo portò con sé in Spagna. Il fenomeno della liquefazione è invocato tre volte l’anno (il sabato precedente la prima domenica di maggio e negli otto giorni successivi, il 19 settembre e per tutto il periodo delle celebrazioni in onore del patrono e il 16 dicembre), durante una solenne cerimonia religiosa guidata dall’arcivescovo in carica (che storce il naso, ma lo deve fare). Per sottolineare come la religione possa fondersi con la superstizione popolare, la liquefazione durante la cerimonia è ritenuta foriera di buoni auspici per la città. Al contrario, la mancata liquefazione è vista come cattivo presagio per Napoli (non si liquefò nel 1980 e a novembre di quell’anno ci fu il grande terremoto che colpì Napoli e l’Irpinia).
La stessa Chiesa è scettica (e non ama molto S. Gennaro, che ruba la scena ad altri santi meno famosi ma più redditizi, al punto di averlo relegato a santo di serie B, cancellandolo persino dal calendario), ma fa di tutto per non mostrare il proprio scetticismo perdurando in un atteggiamento ambiguo: lascia credere ai carenti di spirito critico che si tratti di “miracolo”, ma non lo fa quando parla con gli scienziati!
Con il Concilio Vaticano II, la Chiesa (che ha sempre rifiutato di acconsentire al prelievo del liquido sostenendo che un’analisi invasiva potrebbe danneggiare sia le ampolle che il liquido), come già qui in precedenza riportato, decise di togliere dal calendario alcuni santi scomodi, San Gennaro compreso.
Poiché vi furono forti resistenze popolari, quasi una ribellione di massa, decise di mantenere il culto della reliquia del santo, tenendo a precisare che lo scioglimento del sangue di San Gennaro non è un miracolo, ma piuttosto un fatto mirabolante ritenuto prodigioso dalla popolazione. In parole povere, definì l’evento alla stregua di una superstizione.
In realtà, di mirabolante non c’è nulla. La spiegazione fisica più semplice è quella della tissotropia: i materiali tissotropici diventano più fluidi se sottoposti a una sollecitazione meccanica, come piccole scosse o vibrazioni, tornando allo stato precedente se lasciati indisturbati. Un esempio di questa proprietà è la salsa ketchup che si può mostrare in uno stato quasi solido finché, scossa, non diventa improvvisamente molto più liquida.
Tre scienziati italiani, Garlaschelli, Ramaccini e Della Sala, hanno riprodotto una sospensione avente un comportamento tissotropico molto simile al fluido contenuto nella teca di San Gennaro. Il loro lavoro fu pubblicato su Nature (A Thixotropic mixture like the blood of Saint Januarius, “Nature”, vol. 353, 10 ottobre 1991).
Ognuno di noi può stupire gli amici con il trucco dei tre ricercatori (che, peraltro, hanno usato sostanze già facilmente reperibili alla fine del XIV secolo). Con cloruro ferrico (sotto forma di molisite, un minerale tipico delle zone vulcaniche e quindi presente anche nel napoletano grazie al Vesuvio e ai vulcani dei Campi Flegrei), carbonato di calcio (i gusci d’uovo sono fatti per circa il 94% di carbonato di calcio), cloruro di sodio (il comune sale da cucina) e acqua, è possibile ottenere una soluzione colloidale di colore rosso che ha proprietà tissotropiche.
La banale domanda del perché il sangue alcune volte non si sia liquefatto è rigettata dalle proprietà stesse dei materiali tissotropici: basta agitare la soluzione delicatamente e non c’è liquefazione (del resto, il sangue di San Gennaro si è liquefatto anche al di fuori dei periodi previsti, probabilmente a causa di manipolazioni non delicate).
Un’obiezione più sensata si basa sulla diffusione della notizia secondo la quale il gel dei tre ricercatori non avrebbe più proprietà tissotropiche dopo 2 anni. La scarsa consistenza logica dei sostenitori del miracolo ha fatto gridare che questa sarebbe la prova più lampante che di miracolo trattasi (il solito errore: non so spiegarmi un fenomeno, allora è sicuramente un miracolo divino). Come ha rilevato Garlaschelli, alcuni campioni del suo gel durano dieci anni, altri molto meno. Il mistero non sta nel “miracolo”, ma nella durata della composizione del liquido, che rimane appunto un mistero scientifico, ma non divino.
Del resto, come già detto, Napoli ha nella sua cultura l’esoterismo, i misteri soprannaturali inspiegabili (dalle “presenze” secolari nelle antiche magioni al Principe di Sansevero).
Lo scioglimento del sangue, comunque, non è un’esclusiva di San Gennaro: a Napoli esistono altri santi che fanno l’identico “miracolo”, ma (quando si parla di Napoli, definita dalle sfere clericali la città ribelle) la Chiesa non ama pubblicizzarlo.
Bisogna riconoscere che il sangue che si scioglie a Napoli è un fenomeno molto più complesso e misterioso di quanto si possa credere.
Infatti, l’antica discussione sul sangue di San Gennaro, ha oscurato i molti altri fenomeni analoghi che da secoli, secondo molteplici testimonianze, avvengono in molte chiese di Napoli e anche, e questo in pochi lo sanno, in molte Cappelle gentilizie napoletane.
A questo proposito, oltre il miracolo del Santo Patrono, si possono citare almeno altri otto importanti fenomeni di liquefazione del sangue.
Per cominciare, possiamo citare, in Piazza del Gesù ed esattamente nel famoso Monastero delle Clarisse, meglio conosciuto come Monastero di Santa Chiara, la liquefazione del sangue del protomartire S. Stefano, che avviene, generalmente, il 3 agosto e il 25 dicembre. La reliquia fu portata a Napoli da S. Gaudioso. Essa fu scoperta per caso dietro una cripta segreta di un altare. Per un periodo di tempo, fu tenuta nel Convento della Sapienza a Costantinopoli e, dopo la soppressione della Chiesa, fu trasferita al monastero assieme alle monache.
Il miracolo non si ripete da qualche anno, con sollievo delle suore, perché pare che, allo scioglimento del sangue, coincida sempre la morte della madre superiora in carica.
Il sangue di S. Alfonso dei Liguori, santo noto anche perché fu l’autore della cantata“Quanno nascette ninno”, si scioglie il 2 agosto nella chiesa di S. Maria della Redenzione dei Cattivi.
Nella chiesa di S. Gregorio Armeno, sorta sull’antico tempio di Cerere e sull’annesso collegio delle Sacerdotesse dell’Antico Culto, conosciuto dai vecchi napoletani come “S. Liguoro”, avviene la liquefazione del sangue di S. Giovanni, di S. Lorenzo e di Santa Patrizia, quest’ultima nota anche per il misterioso liquido guaritivo “miracoloso” che ancora stilla dalla sua tomba, da secoli.
Per Santa Patrizia ancora oggi avviene il miracolo del sangue ogni martedì mattina.
Altri due fenomeni avvengono ogni 21 giugno nella chiesa del Gesù Vecchio, per S. Pantaleone e S. Luigi Gonzaga.
Negli avvenimenti di Napoli, come facilmente si può dedurre da quanto sopra raccontato, c’entra molto poco la religione e la miracolosità divina, cedendo il posto alla cultura del mistero esoterico e all’antropologia del folclore della città, che ha fatto del sacro e del profano (molto più del profano) una risultanza di fatti inspiegabili e appassionanti. Alla faccia del Vaticano, Napoli è la città più divina di Roma!
Nino Caliendo
Info, dati e contenuti da: Albanesi.it e Napolimisteriosa.it



Un altro mistero ultrasecolare: 
a Pozzuoli, l'altro miracolo di San Gennaro

Nella Chiesa intitolata a San Gennaro, - che sorge a Pozzuoli dal 1580, nello stesso luogo dove il Santo fu decapitato, - vi si conserva una pietra macchiata del suo sangue, che rappresenta un altro dei più grandi misteri di Napoli.
Infatti, il sangue depositato su quella pietra acquista misteriosamente un colore rosso vivo contemporaneamente alla liquefazione dell’altro sangue di San Gennaro conservato nel Duomo di Napoli.
Tanti studiosi hanno, nei secoli, cercato di spiegare scientificamente il mistero dello scioglimento del sangue dei Santi a Napoli, ma nessuno ha mai, nemmeno provato, a spiegare il mistero della contemporaneità dello scioglimento del sangue di San Gennaro sulla pietra che è conservata a Pozzuoli con quello contenuto nell’ampolla ospitata nel Duomo di Napoli.
Nino Caliendo


A Napoli non si liquefa solo il sangue di S. Gennaro

Napoli - Chiostro Monastero Santa Chiara
Il sangue che si scioglie a Napoli è un fenomeno molto più complesso e misterioso di quanto si possa credere.
Infatti, l’antica discussione sul sangue di San Gennaro, ha oscurato molti altri fenomeni analoghi che da secoli, secondo molteplici testimonianze, avvengono in molte chiese di Napoli e anche, e questo in pochi lo sanno, in molte Cappelle gentilizie napoletane.
A questo proposito, oltre il miracolo del Santo Patrono, si possono citare almeno altri otto importanti fenomeni di liquefazione del sangue.
Per cominciare, possiamo citare, in Piazza del Gesù ed esattamente nel famoso Monastero delle
Clarisse, meglio conosciuto come Monastero di Santa Chiara, la liquefazione del protomartire S. Stefano, che avviene, generalmente, il 3 agosto e il 25 dicembre.
La reliquia fu portata a Napoli da S. Gaudioso. Essa fu scoperta per caso dietro una cripta segreta di un altare. Per un periodo di tempo, fu tenuta nel Convento della Sapienza a Costantinopoli e, dopo la soppressione della Chiesa, fu trasferita al monastero assieme alle monache.
Napoli - Chiostro San Gregorio Armeno
Il miracolo non si ripete da qualche anno, con sollievo delle suore, perché pare che, allo scioglimento del sangue, coincida sempre la morte della madre superiora in carica.
Il sangue di S. Alfonso dei Liguori, Santo noto anche perché fu l’autore della cantata “Quanno nascette ninno”, si scioglie il 2 agosto nella chiesa di S. Maria della Redenzione dei Cattivi.
Nella chiesa di S. Gregorio Armeno, sorta sull’antico tempio di Cerere e sull’annesso collegio delle Sacerdotesse dell’Antico Culto, conosciuto dai vecchi napoletani come “S. Liguoro”, avviene la liquefazione del sangue di S. Giovanni, di S. Lorenzo e di Santa Patrizia, quest’ultima nota anche per il misterioso liquido miracoloso che ancora stilla dalla sua tomba, da secoli.
Per Santa Patrizia ancora oggi avviene il miracolo del sangue ogni martedì mattina.
Altri due fenomeni avvengono ogni 21 giugno nella chiesa del Gesù Vecchio, per S. Pantaleone e S. Luigi Gonzaga.

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