Fa
sempre una certa impressione scoprire che la maggior parte delle persone ignora
che il potere non
è più in mano della politica da
almeno 50 anni. Alla televisione mantengono un alto gradimento i talk show
dedicati alla politica e
sui social rivoluzionari da tastiera i cyberutenti si massacrano a colpi di
destra e sinistra, bianchi e neri, guelfi e ghibellini anche se sono categorie
ormai svuotate completamente del loro significato e, come tali, inutilizzabili.
Eppure le informazioni sul vero potere ci sono. E sono abbondanti. E
sono imbarazzanti, persino. Visto che però la cosa passa in modo a quanto pare
ancora confuso, proviamo a stilare un elenco dei veri poteri in Italia, senza
tirare troppo in ballo Trilaterale e gruppo Bilderberg, che puzzano di
complottismo. Allora, com’è noto, Parlamento e governo sono luoghi ove si
prendono alcune decisioni importanti, ma si basano quasi esclusivamente su
decisioni già prese da organismi sovranazionali e in quanto tali antidemocratici
(come la Commissione Europea). Affinché ciò avvenga sotto il profilo “pratico”
i politici nostrani sono circondati da una categoria di personaggi piuttosto
nota e che vengono chiamati “i lobbisti”. Ecco, se ne hai già sentito parlare,
sappi che comandano loro in Italia e lo fanno sulla scorta delle decisioni e
pressioni provenienti da questi gruppi sovranazionali cui facevo cenno prima.
Negli ultimi anni la figura del “responsabile delle relazioni
istituzionali” (o “public affairs specialist”) è stata ripulita dal linguaggio mainstream e
ha cominciato a conoscere una buona reputazione. Anche al di fuori delle
aziende, sono tanti quelli che la considerano un’attività dignitosissima,
che richiede studio, competenza e passione. Su “Linkiesta”, nel 2013, è
comparsa persino un’intervista: chi è il lobbista? E cosa fa di preciso? «È un
tecnico – dice Fabio Bistoncini della F&B Associati – che rappresenta un
gruppo di interesse e che ha l’obiettivo di comunicare con chi gestisce il
processo decisionale per influenzarlo, cercando per esempio di modificare una
normativa specifica oppure, ed è ciò che si definisce “advocacy”, tentando di
inserire un tema all’ordine del giorno nell’agenda politica». Qualcuno li chiama anche “spin
doctor”, qualcuno dice che sono esperti in relazioni e che hanno una cultura
umanistica, in prevalenza.
A giudicare dai nomi che girano e dal loro curriculum vitae, in
verità, i lobbisti sono dei mestatori capaci di raccogliere fondi perché la politica prenda determinate decisioni
piuttosto che altre. In America, contrariamente a quello che molti “liberal”
possono pensare, la categoria dei lobbisti è ancora più forte che in Italia e
determina chi sarà e chi non sarà presidente della Repubblica Usa, sulla scorta dei fondi recuperati in
sede di campagna elettorale. In altri termini, ci sono società che mettono
soldi in “cultura lobbistica” e gli spin doctor ci mettono la faccia col
politico di turno spostandolo di qua o di là a piacimento. Come ci riescono,
senza essere dei maghi? Be’, provateci voi a fare una campagna elettorale senza
quattrini, senza conoscenze, senza pubblicazioni. Può anche capitare, ma dopo –
a certi livelli – per rimanere dentro il circo e salire gradini gerarchici
occorre appoggiarsi a questi, che però fanno pagare il prezzo ben presto:
vogliono che “tu” politico prenda decisioni che loro stessi hanno approntato a
vantaggio di chi li finanzia, soprattutto banche e società industriali.
Alcuni
esempi: a parte la curiosa presenza sul territorio nazionale di istituti come
l’Università Luiss a Roma o il Cuoa a Vicenza o la Bocconi milanese, a voler
fare nomi di persona non si possono trascurare i Caltagirone di Roma,
imparentati con il segretario dell’Udc Pierferdinando Casini. Il fondatore ed
editorialista del giornale “Il Riformista”, Claudio Velardi (già comunista…).
La famigerata società Cattaneo Zanetto di Alberto Cattaneo, Claudia Pomposo e
Paolo Zanetto. I fratelli Gavio, costruttori che pressano da anni per fare ’sto
inutile Ponte di Messina. L’enorme studio legale che faceva capo a Tina
Lagostena Bassi (morta nel 2008 e nota anche come conduttrice televisiva di
fascia notturna). Ho fatto abbastanza nomi? Ce ne sono molti altri, ma in
Italia quelli che ho nominato sopra ci comandano di sicuro. Pensateci, quando
andrete alle urne a perdere tempo.
Massimo Bordin
Foto e articolo “Chi comanda davvero in Italia?”
dal blog “Micidial”
del 19 febbraio 2019
Fonte: Libre Idee
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