«Orwell
ha intuito che, nel futuro/presente di cui egli parla, si dispiega il potere dei
grandi sistemi sovranazionali e che la logica del potere non è più, come al
tempo di Napoleone, la logica di un uomo. Il Grande Fratello serve, perché
bisogna pur avere un oggetto d'amore, ma basta che egli sia un'immagine
televisiva». (Umberto Eco)
Torniamo a Orwell che
non sbagliamo mai. Alla fine, per come la giri e per come la meni, ti accorgi
che Nostradamus era un dilettante rispetto all’impareggiabile George (Orwell),
il quale ebbe il merito, non solo di prefigurare il nostro futuro, ma di farlo
così bene da essere, con un secolo di anticipo, più accurato e profondo del più
raffinato intellettuale vivente.
Ebbene, c’è un
episodio nel suo capolavoro, “1984”, in cui O’Brien, uno sgherro del Governo
totalitario, cerca di convincere Winston, il povero protagonista dissidente,
che 2+2 fa 5.
La cosa interessante
è questa: Winston non deve solo dire una menzogna: troppo facile. Egli deve
realmente convincersi di quella menzogna, deve pronunciarla non per compiacere
il suo carnefice, ma per plagiare in maniera non più ricusabile il proprio
cervello.
Alla fine ci riesce.
È la vera, tombale, vittoria del regime. Un regime “serio” – questa
la straordinaria intuizione di Orwell – non vince davvero se ti costringe a
pensarla come lui. Quella è roba da dilettanti della camicia nera del ventennio,
è una vittoria di Pirro del manganello.
I regimi perfetti
vanno oltre: ottengono dalla coscienza e dalla intelligenza delle loro vittime
una resa totale e incondizionata. Essa consiste non nella disponibilità a
mentire, ma nella trasmutazione della menzogna in verità.
Oggi, ciò si è
compiutamente realizzato rispetto a diverse faccende, ma in primis con
riferimento a quella della cosiddetta “solidarietà”, degli “aiuti pubblici”,
della “potenza di fuoco”. Insomma, di tutti i marchingegni, più o meno
perversi, con cui le istituzioni (europee o nazionali) ci starebbero
“aiutando”.
Qual è il minimo
fattor comune di tutte queste iniziative? Le “sponsorizziamo” noi,
indebitandoci.
Che sia la BEI, il
MES, i Corona bond, il Sure, o qualsiasi altro “apparecchio”, la verità è una:
i cittadini “aiutano” se stessi tirando fuori più soldi di quelli ricevuti, e
cioè impegnandosi a restituire il presunto atto di generosità del Potere
Costituito, più gli interessi, per i decenni a venire. L’esempio più eclatante
sono i famosi 400 miliardi del Governo.
Spacciati
dall’esecutivo come un gigantesco piano Marshall, sono in realtà un
macroscopico programma di indebitamento collettivo. Niente è a fondo perduto,
nulla è “regalato” dallo Stato. Ogni singolo centesimo proviene dalle banche e
dovrà essere restituito, sotto pena di pignoramenti, da privati e famiglie.
Se ci pensate, è
l’apoteosi della mentalità usuraria. Ma non è questo il punto. I nostri
partiti, e soprattutto il Partito Democratico, puntello insostituibile
dell’attuale Sistema di ingiustizia sociale serializzata, sono specialisti in
materia. E lo fanno senza vergogna, oltre che senza dignità.
Qualche anno fa
introdussero addirittura l’APE sociale: il pensionato indebitato per pagarsi
una pensione anticipata. Tuttavia, il vero problema, se analizzate fino a fondo
la cosa, non è economico: è psicologico. Chiunque ha ancora un briciolo di
coscienza critica “vede” queste cose.
Il dramma è il numero
enorme di soggetti, sia tra i governanti che tra i governati, che non le
“vedono” più. Alcuni, quando parlano di “impegno straordinario”, di
“sfida epocale”, certamente mentono sapendo di mentire, ma moltissimi altri
mentono “non” sapendo di mentire. Sono giunti allo stadio di intossicazione
cronica della coscienza di cui parlava Orwell, quello dove 2+2 fa 5, quello
dove il cancro terminale della nostra civiltà (l’usurocrazia bancaria) è “sinceramente” visto e divulgato come la
migliore medicina.
Se non svegliamo la
bella (massa) addormentata, il bacio del Principe sarà il bacio della morte.
Le
immagini sono liberamente tratte dal Web in quanto, in mancanza di indicazioni
contrarie, sono state ritenute di pubblico dominio
UN'EPIDEMIA IDENTICA AL
CORONAVIRUS NEL 2012 ERA STATA PROFETIZZATA IN UN LIBRO DI SYLVIA BROWNE
Sylvia
Browne (all'anagrafe Sylvia Celeste Shoemaker, Kansas City, 19
ottobre 1936 - San Jose, 20 novembre 2013) era una sensitiva
proveniente da una famiglia di medium.
Personaggio controverso e spesso al centro del dibattito, raggiunse il
successo grazie alle sue straordinarie esperienze medianiche, avute sin da quando
era bambina.
Molto celebre in America, i suoi libri sono bestseller tradotti in tutto il mondo. In Italia ha pubblicato per Mondadori molti volumi, tra cui: La vita nell'Aldilà, Profezie, Fenomeni, Società segrete, Vita da veggente e Tutti gli animali vanno in paradiso.
La Browne partecipò, come consulente per polizia e FBI, alle indagini di oltre 100 casi di sparizione e omicidi.
La Browne partecipò, come consulente per polizia e FBI, alle indagini di oltre 100 casi di sparizione e omicidi.
Nel 2012, un anno prima di morire, scrisse, insieme a Lindsay Harrison, “Profezie” (in
inglese “End of Days”), un libro
dal sottotitolo "Che cosa ci riserva il futuro".
Ed è proprio guardando nel futuro che l'autrice, già anni fa, aveva
previsto, tra le altre cose, un'epidemia che tanto sembra ricordare l'attuale Coronavirus.
La frase che colpisce da subito leggendo il
libro è: “Entro il 2020 gireremo con mascherine e guanti per via di
un’epidemia di polmonite”.
Poi spiega: “Mascherine chirurgiche, guanti di gomma e una patologia
che attacca i canali bronchiali e sembra refrattaria a ogni tipo di cura”. Oggi, con il senno di
poi, nelle parole di Sylvia Browne si possono leggere richiami a eventi e fatti
sfortunatamente attuali.
La sensitiva nel libro aggiunge che: "Dopo aver provocato un inverno di panico assoluto, quasi in
maniera più sconcertante della malattia stessa, improvvisamente svanirà con la
stessa velocità con cui è arrivata, ma tornerà all’attacco nuovamente dopo
dieci anni e, poi, scomparirà completamente” e per sempre.
Profezia o conoscenza di qualche carteggio riservato, tenendo conto
della sua lunga collaborazione con polizia e Fbi?
Nino Caliendo
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