Sui Social, da parte di alcuni strati di elettori, imperversa il concetto
che Lega e M5S siano i vincitori delle elezioni politiche 2018 per volontà
popolare e sono apparsi in proposito improvvisati costituzionalisti, che
probabilmente mai hanno letto (non pretendo studiata), veramente e per intero,
la Costituzione.
Premesso che le elezioni le vince veramente solo chi raggiunge minimo la
maggioranza assoluta, cosa che nella Repubblica Italiana non si è mai
verificato (i due più grandi partiti, il PCI e la Democrazia Cristiana, quando
tutti andavano alle urne e l’astensionismo era bassissimo, non sono mai andati
poco oltre il 40%), da sempre si sono dovute creare maggioranze a seguito di compromessi
post elettorali.
La carica di Presidente del Consiglio spesso è stata assegnata a partiti
minori vicini ai decimali (PLI, Partito Repubblicano). Persino Craxi, più volte
premier, apparteneva a un partito minoritario (il PSI). Eppure, all’epoca della
partecipazione attiva del cittadino alla politica, nessuno ha mai pronunciate
le cazzate che sento dire nell’oggi demagogico più che democratico.
Nello specifico, in politica, il concetto di maggioranza è fondamentale.
Esistono vari tipi di maggioranza: in genere, quando si usa il termine senza
nessun aggettivo che lo specifichi, si vuole intendere la maggioranza assoluta.
In sintesi, i vari tipi di maggioranza sono:
Maggioranza qualificata: quando il numero dei voti supera largamente il 50% dei votanti (esempio il
65%);
Maggioranza assoluta: quando il numero dei voti è minimo il 50% + 1 dei votanti;
Maggioranza relativa: quando il numero dei voti, pur non superando il 50%, è maggiore di tutte
le altre fazioni (esempio 38%: è la maggioranza relativa in quanto, pur non
arrivando al 50% + 1, è maggiore di tutte le altre fazioni).
Il Presidente del Consiglio, ove non ci sia almeno una maggioranza
assoluta, lo propone l’insieme delle forze politiche che aderiscono al
compromesso (i compromessi, per loro stessa natura etimologica, non sono mai
belli e completamente onesti), che costituzionalmente deve comunque sempre
essere sottoposto al vaglio del Presidente della Repubblica, garante della
Costituzione e della legalità, che ha il diritto/potere di non approvarlo. Come
il Presidente della Repubblica può approvare o meno la proposta dei Ministri
per un eventuale governo del Presidente del Consiglio dei Ministri incaricato.
Si chiama Democrazia: parola oggi molto abusata.
Detto questo, è chiaro che, con il voto ultimo, non è stata espressa una
scelta a maggioranza e, quindi, non si può parlare di volontà popolare.
Va anche tenuto conto del più grande Partito d’Italia, quello della “Lista
che non c’è”, ovvero il Partito dell’Astensionismo, che ha espresso il suo voto
non votando. La demagogia vuole che il voto sia un diritto/dovere, paroloni
insignificanti che fanno vomitare chi possiede qualche neurone in più: se
ritengo che nessuno sia all’altezza di rappresentarmi politicamente, perché
dovrei votare? Per quale diritto/dovere? Quindi, non voto ed esprimo così la
mia preferenza, che diventa il “voto” più importante, sul quale le forze
politiche dovrebbero interrogarsi.
La maggioranza creata a tavolino da Salvini e Di Maio è un pastrocchio (non per scelta degli elettori) che
rivela la perfetta incompetenza e la smania di vanagloriarsi di coloro che
nella vita hanno accumulato storicamente solo fallimenti, istruzione in testa.
A voler essere onesti, è d'obbligo rilevare che Salvini con la Lega si è presentato alle elezioni
con la coalizione di Centro Destra che (per scelta dei propri elettori) ha ottenuto, in percentuale di voti, il
37,50%, ovvero la maggioranza relativa. Il M5S ha chiuso la tornata elettorale
con il 32,50%. Quindi, l’espressione della maggioranza dei consensi da parte
degli elettori va al Centro Destra.
Ma Salvini ha tradito la sua coalizione e gli elettori ("Mai con i 5 Stelle", bofonchiava), pastrocchiando però con Di Maio (che "Mai con la Lega", sbraitava) e
provocando premeditatamente il Presidente della Repubblica, a beneficio dei
greggi dei Social.
Scopo? Creare odio, da sfruttare contestualmente alla somarizzazione delle
masse.
Dopo una campagna elettorale con un voto avente quale fondamento l’odio
(migranti, politici rubacchioni, Laura Boldrini, etc), il secondo round, sempre
fondato sulla pericolosa politica dell’odio, vede vittime le massime
istituzioni e, addirittura, la Costituzione della Repubblica Italiana, definita
spesso dalla stampa straniera come la più bella del mondo.
Le classi sociali hanno vissuto i loro natali in varie epoche: classe
aristocratica, classe imprenditoriale, classe operaia. Oggi sta crescendo a
vista d’occhio una nuova classe: la Classe degli Asini, la più pericolosa.
E poi si parla di legittimità e di volontà popolare?
Nino Caliendo
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