mercoledì 30 maggio 2018

La classe degli asini



Sui Social, da parte di alcuni strati di elettori, imperversa il concetto che Lega e M5S siano i vincitori delle elezioni politiche 2018 per volontà popolare e sono apparsi in proposito improvvisati costituzionalisti, che probabilmente mai hanno letto (non pretendo studiata), veramente e per intero, la Costituzione.
Premesso che le elezioni le vince veramente solo chi raggiunge minimo la maggioranza assoluta, cosa che nella Repubblica Italiana non si è mai verificato (i due più grandi partiti, il PCI e la Democrazia Cristiana, quando tutti andavano alle urne e l’astensionismo era bassissimo, non sono mai andati poco oltre il 40%), da sempre si sono dovute creare maggioranze a seguito di compromessi post elettorali.
La carica di Presidente del Consiglio spesso è stata assegnata a partiti minori vicini ai decimali (PLI, Partito Repubblicano). Persino Craxi, più volte premier, apparteneva a un partito minoritario (il PSI). Eppure, all’epoca della partecipazione attiva del cittadino alla politica, nessuno ha mai pronunciate le cazzate che sento dire nell’oggi demagogico più che democratico.
Nello specifico, in politica, il concetto di maggioranza è fondamentale. Esistono vari tipi di maggioranza: in genere, quando si usa il termine senza nessun aggettivo che lo specifichi, si vuole intendere la maggioranza assoluta. In sintesi, i vari tipi di maggioranza sono:

Maggioranza qualificata: quando il numero dei voti supera largamente il 50% dei votanti (esempio il 65%);

Maggioranza assoluta: quando il numero dei voti è minimo il 50% + 1 dei votanti;

Maggioranza relativa: quando il numero dei voti, pur non superando il 50%, è maggiore di tutte le altre fazioni (esempio 38%: è la maggioranza relativa in quanto, pur non arrivando al 50% + 1, è maggiore di tutte le altre fazioni).

Il Presidente del Consiglio, ove non ci sia almeno una maggioranza assoluta, lo propone l’insieme delle forze politiche che aderiscono al compromesso (i compromessi, per loro stessa natura etimologica, non sono mai belli e completamente onesti), che costituzionalmente deve comunque sempre essere sottoposto al vaglio del Presidente della Repubblica, garante della Costituzione e della legalità, che ha il diritto/potere di non approvarlo. Come il Presidente della Repubblica può approvare o meno la proposta dei Ministri per un eventuale governo del Presidente del Consiglio dei Ministri incaricato.
Si chiama Democrazia: parola oggi molto abusata.
Detto questo, è chiaro che, con il voto ultimo, non è stata espressa una scelta a maggioranza e, quindi, non si può parlare di volontà popolare.
Va anche tenuto conto del più grande Partito d’Italia, quello della “Lista che non c’è”, ovvero il Partito dell’Astensionismo, che ha espresso il suo voto non votando. La demagogia vuole che il voto sia un diritto/dovere, paroloni insignificanti che fanno vomitare chi possiede qualche neurone in più: se ritengo che nessuno sia all’altezza di rappresentarmi politicamente, perché dovrei votare? Per quale diritto/dovere? Quindi, non voto ed esprimo così la mia preferenza, che diventa il “voto” più importante, sul quale le forze politiche dovrebbero interrogarsi.
La maggioranza creata a tavolino da Salvini e Di Maio è un pastrocchio (non per scelta degli elettori) che rivela la perfetta incompetenza e la smania di vanagloriarsi di coloro che nella vita hanno accumulato storicamente solo fallimenti, istruzione in testa.
A voler essere onesti, è d'obbligo rilevare che Salvini con la Lega si è presentato alle elezioni con la coalizione di Centro Destra che (per scelta dei propri elettori) ha ottenuto, in percentuale di voti, il 37,50%, ovvero la maggioranza relativa. Il M5S ha chiuso la tornata elettorale con il 32,50%. Quindi, l’espressione della maggioranza dei consensi da parte degli elettori va al Centro Destra.
Ma Salvini ha tradito la sua coalizione e gli elettori ("Mai con i 5 Stelle", bofonchiava), pastrocchiando però con Di Maio (che "Mai con la Lega", sbraitava) e provocando premeditatamente il Presidente della Repubblica, a beneficio dei greggi dei Social.
Scopo? Creare odio, da sfruttare contestualmente alla somarizzazione delle masse.
Dopo una campagna elettorale con un voto avente quale fondamento l’odio (migranti, politici rubacchioni, Laura Boldrini, etc), il secondo round, sempre fondato sulla pericolosa politica dell’odio, vede vittime le massime istituzioni e, addirittura, la Costituzione della Repubblica Italiana, definita spesso dalla stampa straniera come la più bella del mondo.
Le classi sociali hanno vissuto i loro natali in varie epoche: classe aristocratica, classe imprenditoriale, classe operaia. Oggi sta crescendo a vista d’occhio una nuova classe: la Classe degli Asini, la più pericolosa.
E poi si parla di legittimità e di volontà popolare?
Nino Caliendo

L'illustrazione è tratta dal web e, non presentando indicazioni contrarie, è stata ritenuta di pubblico dominio

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