Per conseguire questo obiettivo è stato adoperato l’euro, moneta forte, perciò adatta ad ostacolare le esportazioni italiane e favorire quelle tedesche.
Molto determinante è stata la politica fiscale di Monti, diretta a
distruggere il valore degli immobili come garanzia con cui le aziende e le
famiglie italiane ottenevano liquidità dalle banche, le quali ora
praticamente non accettano quasi più il mattone per dare credito .
In questo modo si è arreso il Paese, molto più povero e dipendente
dal potere bancario e finanziario straniero. Inoltre, colpire il
settore immobiliare è servito per colpire il risparmio degli italiani e
l’industria edilizia come volano di occupazione e crescita.
La strategia applicata all’Italia
dall’Europa produce scarsità monetaria, perdita di competitività,
deindustrializzazione, disoccupazione, indebitamento. Il suo scopo è privare il
paese di liquidità e di capacità industriale riempiendolo di debiti e
disoccupati, in modo che i capitali stranieri, costituiti da masse di moneta
contabile creata dalle bancheestere a costo zero, possano arrivare,
invocati come salvatori dalla disoccupazione e dalla scarsità monetarie così
prodotte, e rilevare tutto sottocosto, cioè le aziende e gli immobili, la
ricchezza reale prodotto dal lavoro reale, e possano per tale via impadronirsi
del paese. Questo sta già avvenendo: Italcementi è l’ultimo esempio. Per
conseguire questo obiettivo è stato adoperato l’euro, moneta forte, perciò
adatta ad ostacolare le esportazioni italiane e favorire quelle tedesche.
All’euro si aggiungono le cosiddette regole di austerità, nonché la politica di
saldi primari attivi di bilancio pubblico – cioè per vent’anni lo Stato ha
prelevato con le tasse 100 e restituito con la spesa pubblica 90 (cifre
esemplificative), in modo di prosciugare la liquidità del paese.
Molto importante è stata la politica
fiscale di Monti, diretta a distruggere il valore degli immobili come garanzia
con cui le aziende e le famiglie italiane ottenevano liquidità
dalle banche, le quali ora praticamente non accettano quasi più il
mattone per dare credito ad esse. In questo modo si è arreso il paese,
molto più povero e dipendente dal potere bancario straniero. Inoltre,
colpire il settore immobiliare è servito per colpire il risparmio degli
italiani e l’industria edilizia come volano di occupazione e crescita.
Incominciando con il governo Monti, imposto da Berlino attraverso Napolitano, e
continuando con Letta e Renzi, che Napolitano ha sostenuto politicamente
allargando notevolmente il suo ruolo prescritto dalla Costituzione, l’Italia è
stata preparata per l’occupazione finanziaria straniera. Al fine di sviare
l’attenzione da questa strategia generale e impalpabile, agli italiani viene
anche offerto un nemico tangibile e immediato con cui prendersela, ossia gli
immigrati o invasori.
Per completare l’occupazione finanziaria
straniera bisognerà spingere il paese a più elevati livelli di sofferenza e
paura, per raggiungere i quali basterà, ad esempio, togliere i puntelli del
quantitative easing; quindi è urgente creare le strutture giuridiche con cui il
governo possa controllare la popolazione e reprimere possibili sollevamenti
popolari contro il regime e i suoi piani. Questa è la ragione dell’urgenza di
attuare la riforma fascista dello Stato (elezioni, Senato, Rai, bail in…) che
il governo Renzi sta realizzando, e che altrimenti non avrebbe ragion d’essere,
dato che si tratta di riforme a basso o nullo impatto sull’economia. E che
aumentano, anziché diminuire, il potere della partitocrazia
parassitaria e inefficiente, anzi, della parte peggiore di essa, cioè
degli amministratori regionali, che diventano la base per il Senato renziano.
Il presidente Mattarella, ovviamente, essendo stato nominato da Renzi, lo
lascia andare avanti.
La riforma neofascista del Partito
Democratico consiste, essenzialmente, nel concentrare i poteri dello Stato
nelle mani del primo ministro, eliminando in pratica gli organi di controllo e
di bilanciamento, e creando un Parlamento di nominati, cioè limitando
radicalmente la possibilità del popolo di scegliere i propri rappresentanti,
che vengono legati alle mani del primo ministro con rapporti di dipendenza e
interesse poltronale. Belpaese, brutta fine. Onorevoli e senatori formalmente
rappresentano il popolo, ma votano qualsiasi cosa voglia il premier, altrimenti
il premier non li ricandida o rinomina e non li lascia mangiare: un perfetto
sistema di voto di scambio legalizzato. Belpaese, brutta fine. Questo è il
piano per l’Italia, che ha già perduto circa un quarto della sua forza
industriale. Il piano per l’Europa, portato avanti da Washington e dai
banchieri privati che possiedono la Fed, attraverso il vassallo tedesco
appoggiato e coperto moralmente da Parigi, mira invece a impedire che
l’Europa si unisca, che diventi una potenza economica e tecnologica
effettivamente concorrente rispetto agli Stati Uniti, e che abbia una moneta
propria e funzionante, concorrente col dollaro.
Strumento perfetto per questi scopi è risultato
l’euro, che sta creando disunione, divergenze, instabilità e recessione
nell’ambito europeo. Esso sta creando addirittura i presupposti affinché ancora
una volta gli Usa siano legittimati a intervenire, non
necessariamente in modo materiale, per salvare i paesi minacciati dalla
sopraffazione tedesca, recuperando così la loro oggi vacillante supremazia
sull’Occidente. Mentre collabora a questo piano, la Germania riceve evidenti
benefici a spese dei paesi deboli, così come i governanti collaborazionisti
(italiani e non solo italiani) li ricevono a spese dei loro popoli. E l’euro,
finché serve a questo piano, viene mantenuto e dichiarato irreversibile,
assieme alle sue regole, nonostante i danni che l’uno e le altre causano, e i
loro evidenti difetti strutturali. Tutto quadra e corrisponde ai fatti
osservabili.
Marco Della Luna, “Renzicratura: partito
democratico, riforme neofasciste”, dal blog di Della Luna del 6
agosto 2015
Testo e foto da: Idee Libre
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