giovedì 5 aprile 2012

Nino Caliendo: "Bistrattati dallo Stato, depauperati della nostra dignità, ci costringono al gesto estremo del suicidio"

Dei 4.000 suicidi avvenuti negli ultimi 12 mesi, la maggior parte è riconducibile a cause di natura economica.

Tu, cittadino dello Stato italiano, non riesci più ad andare  avanti.

Non hai più un lavoro o non riesci più a produrre, come prima, quel poco reddito che ti consentiva di dar da mangiare ai tuoi figli. 

Se avevi la fortuna di essere riuscito ancora a conservare i re-quisiti pretesi, sei stato costretto ad accedere ad un prestito, ipo-tecando anche la casa (se ce l’avevi). Ma anche quei soldi sono finiti ed il debito rimane e non ce la fai a pagarlo.

Lo Stato si ricorda di te, attraverso gli sgherri della famigera-ta Equitalia, solo quando non ce l’hai più fatta a pagare le tasse e, infatti, casa tua (quella ipotecata) è piena di cartelle esattoriali e tu, di giorno in giorno, diventi sempre più fragile.

Nonostante tutto, continui a lottare perchè speri che una via di fuga ci possa essere, ci debba essere.

Vivi mesi, anni, credendo che la speranza sia l’ultima a morire.

Un giorno, però, la tua fragilità, la tua disperazione, unitamen-te alla convinzione che lo Stato se ne fotte altamente dei tuoi pro-blemi, ti porta ad un’altra convinzione ancora più nefasta: per te morire è diventata l’ultima speranza di salvezza.

Interroghiamoci sul fatto che viviamo in uno Stato che s’interessa  di noi nella misura in cui siamo utili (paghiamo le tasse e consumia-mo i prodotti del capitalismo internazionale) e ci abbandona nel  momento in cui non riusciamo, per cause di forza maggiore, - de-terminate soltanto dall’incapacità dello stesso Stato di mettere il cit-tadino nella condizione di potere avere un reddito dignitoso, - più a  pagarle (e a consumare).

Interroghiamoci sul fatto che viviamo in uno Stato che continua a tartassare i poveri cristi lasciando in pace i veri grandi evasori ami-ci della politica e dei poteri forti e organizzando lo spettacolo circense di regime dei “blitz” nelle città per “scoprire” il panettiere o il calzolaio di turno che non fanno lo scontrino.

Per la cronaca, Intesa Sanpaolo, la Banca di cui era ammi-nistratore delegato Corrado Passera, prima di diventare ministro del governo Monti (e grande sostenitore della lotta all’evasione fiscale dei panettieri e dei calzolai), è stata condannata a versare al fisco ben 270 milioni di euro, evasi dal colosso bancario (secondo quanto scoperto dall’Agenzia delle Entrate) proprio nel periodo dell’amministrazione Passera. Attorno a questa Banca, ruotavano in qualche modo, oltre a Passera, anche altri personaggi dell’attuale “governo tecnico”, dal ministro Elsa Fornero al sottosegretario Mario Ciaccia.

Ma, a questa “banale” notiziola, i giornali e i media di regime, anziché la prima pagina (come sicuramente avrebbero fatto se si fosse trattato del Nano Erotico di Arcore) hanno destinato un trafiletto di cinque righe nascosto nelle pagine interne.

Interroghiamoci, allora, sul fatto che chi ha stretto il cappio, premuto il grilletto, spinto dal balcone poveri (non più liberi, se mai lo sono stati) cittadini sono i rappresentanti di una mala-politica che, anziché con i diritti del Popolo, ha preferito schierarsi con gli interessi dei poteri forti, senza neppure più nascondersi dietro una parvenza di democrazia.

Il “pareggio di bilancio” in Costituzione, - virtuale sostituto mo-derno degli antiquati campi di concentramento e dei forni crematori, - sarà il definitivo annullamento totale del Cittadino italiano, che si ucciderà da solo (questa è la sostanziale diffe-renza), senza materiali interventi esterni.

Nino Caliendo


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