l
Fondo Monetario Internazionale di Washington, con la sua nota storia di
sabotaggi e saccheggi delle economie dei paesi sottomessi attraverso le sue
ricette economiche deliberatamente errate, torna ad occuparsi dell’Italia
raccomandando di aumentare le tasse sul risparmio, sulla casa, sui consumi per
alleggerire quelle sul lavoro.
E’ la medesima ricetta che il Fmi attraverso il governo Monti impose nel 2011,
producendo il crollo del Pil, del mercato immobiliare e dei consumi, in
particolare svalutando il patrimonio immobiliare italiano di circa il 30%,
ossia di oltre 2000 miliardi di euro. Più tasse su risparmio, immobili e
consumi comportano riduzione della domanda interna e fuga dei risparmi e degli
investimenti verso l’estero. Ecco l’obiettivo del Fondo Monetario
Internazionale. Pensateci bene: se grazie alla riduzione delle tasse sui
redditi di lavoro vi
ritrovate con più reddito disponibile e insieme con un’Iva più alta, con tasse
patrimoniali aggiuntive sulla casa e sugli investimenti immobiliari, che cosa
fate? Non vi viene certo voglia di aumentare i consumi e gli investimenti di
risparmio. Invece vi viene voglia di portare i soldi all’estero.
E se invece il taglio delle tasse sul lavoro vi consente semplicemente di
ottenere un impiego sufficiente a mantenervi coi magri salari che oggi vengono
concessi, che cosa comprate? Comprate i prodotti che costano poco venduti nei
discount, prodotti che vengono dall’estero, quindi i vostri soldi
egualmente finiscono all’estero. Come con le rimesse degli immigrati. Tutto
contribuisce a decapitalizzare l’Italia. Tutto questo porta a minor domanda di
beni e servizi prodotti in Italia virgola quindi a recessione indotta dal calo
della domanda interna e degli investimenti interni. Al contrario, da sempre,
ciò che fa ripartire l’economia,
l’occupazione, i consumi, e soprattutto la domanda di beni e servizi prodotti
nel paese, è il mercato immobiliare, le costruzioni, l’arredamento,
l’impiantistica, la progettazione, etc. L’Italia ha avuto i suoi migliori
periodi di espansione quando avveniva proprio questo, l’investimento nel
mattone da parte delle famiglie e delle imprese, che poi usavano i beni
immobili come garanzia accettata dalle banche per finanziare l’acquisto di
beni di consumo e strumentali, l’apertura di nuove aziende, la crescita. Ma le banche accettavano in garanzia i beni
immobili quando gli immobili non erano tartassati dal fisco.
È questo il senso malizioso della politica raccomandata dal
Fondo Monetario Internazionale in passato come oggi: sabotare l’economia nazionale, impoverire,
trasformare radicalmente l’Italia in territorio decapitalizzato e indebitato,
passivo serbatoio di manodopera mal pagata (alimentato da scadente
immigrazione) e sfruttata a disposizione della grande industria straniera,
soprattutto tedesca, che si trattiene tutto il profitto della filiera. Un paese
schiavo del debito pubblico e privato, gestito da una classe dirigente ad alta
vocazione parassitaria alleata con gli interessi stranieri e che trae il grosso
dei suoi consensi dalle regioni e dalle categorie che vivono di trasferimenti a
carico delle aree produttive. Questo è lo spirito del governo servile che si
sta cercando di impiantare a Palazzo Chigi con un inciucio M5S-Pd. Il M5S
ormai, al di là dei suoi programmi, deve la sua forza elettorale a un voto
motivato in gran parte da aspettative assistenzialistiche (reddito di
cittadinanza, rectius di sussidio a chi risulta disoccupato, trasferimenti
meridionalisti), quindi è legato a quelle aspettative; anche il Pd deve la sua
residua forza a categorie ampiamente improduttive e ai legami col mondo
bancario. La sinergia tra questi due partiti sarà quindi necessariamente
nel senso di aumentare la tassazione e i trasferimenti, oltre che di obbedire
alle richieste della cosiddetta Europa e dei cosiddetti mercati. E di
proteggere il passato bancario di molti uomini del Pd, come spiegato nel mio precedente articolo.
Marco Della Luna, “Pd-M5S, un governo per il Fmi”, dal blog di Della
Luna del 23 aprile 2018
Ripreso da Idee Libre
Illustrazione ripresa dal web in quanto ritenuta di pubblico dominio
in mancanza di annotazioni contrarie
Illustrazione ripresa dal web in quanto ritenuta di pubblico dominio
in mancanza di annotazioni contrarie
Nessun commento:
Posta un commento