lunedì 16 aprile 2018

L’Italia dei servi s’impoverisce sempre di più nelle guerre che arricchiscono solo gli altri



L’Italia era primo partner commerciale dell’Iraq al tempo dell’intervento contro Saddam.
Era il primo partner commerciale della Libia al tempo dell’intervento contro Gheddafi e, “casualmente”, era primo partner commerciale della Siria, prima che cominciassero le ostilità. 
Catastrofico, poi, il crollo dell’ingente fatturato del Made in Italy nella Russia vittima dell’embargo ordinato dagli Usa e dall’Europa obbediente.
In tutto questo, oltre alle ingenti perdite commerciali, lo Stato italiano sborsa 64 milioni di euro al giorno per i costi a sostegno dei “contingenti di pace” (per meglio dire, è più onesto e veritiero definirli “di guerra d’invasione”).
Nello scenario siriano, si ragiona come se fosse in atto una guerra civile, ma è falso: è una guerra di potenze regionali che hanno coinvolto mezzo mondo.
Lo scontro tra Iran e Arabia per l’egemonia sul Golfo e sul Medio Oriente, il problema della sicurezza di Israele e la politica neo-ottomana di Erdogan configurano uno scenario in cui la Francia sta cercando un suo spazio, mettendo l’Europa davanti alla politica del fatto compiuto.
Macron ci sta portando in guerra in Siria per una politica che sarà vantaggiosa solo per la Francia e per l’Arabia.
Difficile, invece, capire quale sia il vantaggio per il resto d’Europa.
In mezzo a tutto questo, fa capolino Trump con le sue sparate idiote, in stile berlusconiano vecchia maniera, su Twitter, minaccia la guerra e poi se lo rimangia, come un bambino dal basso quoziente intellettivo.
La strategia di Trump dipende molto più da obbligatori fattori di accondiscendenza con la politica interna del potere finanziario, che gli detta la necessità di tali comportamenti infantili se vuole scrollarsi di dosso le inchieste che lo riguardano.
Non è altro che un deja vue! Nulla di nuovo nella politica criminale che indossa i finti panni di una democrazia che non rispetta né l’umanità, né i diritti dei cittadini.
E in tutto questo, il bamboccio Di Maio e l’intero M5S non sanno predicare altro che il taglio dei vitalizi ai parlamentari (che, per carità, vanno tagliati e ridimensionati, ma non sono il problema prioritario su cui appoggiare oggi un intero programma politico), i quali, per la cronaca, ammontano a meno di 200 milioni di euro annui, l’equivalente dei costi delle nostre forze armate per tre giorni di guerre d’invasione. Pardon, di “contingenti di pace”.
Sempre per dovere di cronaca: il Vaticano ci costa in totale circa 30 miliardi di euro annui, pari a 15 anni di spese per i vitalizi parlamentari (ma questo nessuna coalizione politica osa dirlo).
Nino Caliendo

Parte dei contenuti è ripresa dalle dichiarazioni di Mario Mauro rilasciate a Paolo Vites nell’intervista “Guerra in Siria, Macron ci sta portando in guerra per arricchire la Francia”, pubblicata da “Il Sussidiario” il 13/4/2018

Foto da Wikipedia

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